Con la perdita di Steve Jobs, il Consiglio di Amministrazione della Apple ha perso anche un membro del consiglio. La situazione è dal punto di vista del mondo della finanza meno critica rispetto al passato, poiché la nomina di Tim Cook come CEO consente di avere sette membri, contro i tradizionali otto che da sempre compongono il board di Apple (Google ne conta nove e Microsoft undici).
Le nomine più recenti sono state quelli di Ronald Sugar (novembre 2010) nel ruolo di Chair of the Audit and Finance Committee e di Andrea Jung (febbraio 2010), a capo dello stesso consiglio. Il Consiglio di Amministrazione è composto da: Tim Cook (Amministratore delegato), Bill Campbell (Presidente ed ex CEO di Intuit), Millard Drexler (Presidente e CEO di J-Crew), Albert Gore Jr (ex vice presidente degli Stati Uniti), Andrea Jung (Presidente e CEO di Avon), Arthur D. Levinson (Presidente di Genentech), Ronald D. Sugar (ex Presidente e CEO di Northrop Grumman). In passato tra i consiglieri più noti di Apple vi sono stati: Jerry York (IBM, Chrysler) e Larry Ellison (Oracle), quest’ultimo a un certo punto ritenuto il più probabile candidato a CEO (voci che suscitarono enormi proteste e addirittura la creazione di un sito per raccogliere le firme contro tale iniziativa).
Dopo le dimissioni ad agosto di quest’anno, a Jobs fu affidato l’incarico come presidente, una mossa che ha consentito all’allora capo delle operazioni Tim Cook di riprendere ufficialmente in mano l’azienda (Cook aveva degnamente sostituito Jobs il suo primo congedo per malattia sei anni addietro).
Non è chiaro se ora Apple stia cercando o no un nuovo presidente da inserire nel consiglio di Amministrazione (un portavoce dell’azienda ha rifiutato di rilasciare commenti). Jim Post, professore di corporate governance alla Boston University School of Management, ritiene che Apple debba lanciare un messaggio: se in precedenza questo era: “Date fiducia a Steve”, ora deve diventare “Date fiducia al team” e a suo modo di vedere l’équipe deve essere allargata, magari includendo qualche talento indipendente che non ha vissuto all’ombra di Jobs.
Il board di Apple è stato spesso criticato per la mancanza di trasparenza, in particolare nel periodo in cui era nota la malattia di Jobs ma non era chiaro chi potesse sostituirlo. La partenza dello scomparso CEO di Apple è stata anche nei momenti peggiori della sua malattia una scelta sempre fuori discussione.
[A cura di Mauro Notarianni]