È impossibile oggi aggirarsi in Internet senza imbattersi in un articolo di apertura sulla morte di Jobs. Anche i siti italiani, tutti quelli principali fatto salva qualche eccezione, scelgono di presentare come prima notizia ai loro lettori la vicenda umana, oltre che imprenditoriale, di Steve Jobs. Nel grande numero di articoli, alcuni davvero eccellenti perchè da essi si percepisce un’esperienza personale e una visione sull’opera e la personalità del fondatore di Apple, ed altri molto meno interessanti, si staglia a nostro giudizio quello di Vittorio Zucconi, intitolato “Noi che tifavamo per Jobs e Gates”
Il giornalista di Repubblica, “macinoshiano” convinto e dichiarato, acuto osservatore del mondo e della cultura americani e per questo eccellente interprete dell’universo da cui è nato il mondo di Apple, fa un pezzo in audio per il suo giornale che merita di essere ascoltato. Si tratta di un mix di esperienza personale, capacità di leggere il mondo prodotto dalla figura di Jobs, analisi di un fenomeno sociale e di custume, da cui scaturisce un ritatto che ci fa in un tempo riflettere e provare già da oggi nostalgia per un protagonista del nostro tempo che ha segnato e forgiato il modo in cui leggiamo e partecipiamo della realtà che ci circonda. A tutti noi, come dice in apertura Zucconi, d’altra parte davvero «sembrava di conoscere Steve Jobs e sembrava che fossimo amici»…