Samsung andò per suonare e tornò suonata. La triste sorte dei pifferi di montagna, ai coreani accadde nel contesto della vicenda del rilascio di Apple Watch che fu fin da subito l’incubo di Samsung tanto da scatenare una corsa a inventarsi qualche cosa per battere la concorrente sul tempo, rubandole spazio vitale, salvo che poi quest’ansia finì per ritorcersi contro.
Tutto, spiega Fast Company, è cominciato nel 2011, quando i rumor indicavano l’interesse di Apple nello sviluppo di uno smartwatch. Samsung pensava che il dispositivo fosse orientato al mondo della salute, costruito intorno a biosensori avanzati. Per questo, allora, già nel 2014, un anno prima di Apple Watch, Samsung presentò la sua idea di indossabile con Simband, periferica ipoteticamente dotata di un set personalizzato di sensori dedicati appunto alla salute.
In questo senso preferì giocare d’anticipo e attaccare, dato che la società sud coreana non sapeva effettivamente cosa Apple stesse architettando e cosa avesse intenzione di rilasciare sul mercato. Nel settembre 2014 venne poi presentato Apple Watch, distribuito a partire dall’aprile prossimo, orientato sì al fitness, ma lontano dall’essere un dispositivo medico. La mossa di Samsung, spiega Fast Company, può riassumersi nel famoso detto “la miglior difesa è l’attacco”, ma avevano completamente sbagliato strategia.
Dopo la presentazione di Apple Watch, infatti, del progetto Simband non si è saputo molto, anche se qualcuno giura che lo sviluppo è vivo e vegeto. In verità è facile leggere il passato: Samsung aveva sovrastimato il potenziale di Apple Watch, e aveva investito inizialmente su un indossabile clinico in grado di competere con la futura periferica della Mela. Quando Apple Watch venne, però, alla luce, il colosso sud coreano si trovò nuovamente a studiare, da zero, un rivale per l’indossabile Apple, che nel frattempo aveva già preso un certo vantaggio.
Samsung non fu l’unica a prepararsi allo scontro: voci affermano di una scommessa su un indossabile anti Apple Watch da parte di Microsoft, che però non è mai stato svelato e che in molti attendono ancor oggi, quando però Windows Phone non sembra godere di particolare fortuna.
A questo indirizzo l’intero rapporto diffuso da Fast Company.