Sebbene le priorità del nostro pubblico girino intorno al mondo della tecnologia e dell’elettronica qualche volta, tra i vari prodotti in vendita dalle aziende che avvistiamo in rete, non mancano oggetti curiosi che riteniamo possano meritare una menzione tra le nostre pagine. E’ il caso degli ombrelli di Plemo, un produttore con cui abbiamo già collaborato in passato principalmente per quanto riguarda la promozione di alcune speciali borse per MacBook.
Quelli di cui ci apprestiamo a parlarvi sono due ombrelli per ripararsi dalla pioggia che si fanno praticamente notare per qualche particolarità in più. Specialmente nel caso di Plemo GXUM003, ci troviamo di fronte a un prodotto che tenta in qualche modo di innovare un oggetto che esiste da secoli, forse anche millenni, concepito per usi nel tempo diversi: in passato veniva talvolta usato come semplice parasole o, durante l’Impero Romano, come accessorio di abbigliamento vezzoso e seducente dalle donne più ricche ma pressoché invariato nella sua struttura.
Com’è fatto
Questo ombrello non appartiene alla categoria di quelli ripiegabili che entrano in borsa. L’asta è infatti composta da un unico pezzo e nel complesso ci troviamo di fronte ad un prodotto di *dimensioni standard*: misura 80 centimetri manico compreso e viene venduto insieme ad una pratica custodia con tracolla piuttosto utile quando si passano diverse ore fuori casa. Nel momento in cui smette di piovere, non ci troveremo costretti a tenerlo in mano ma si potrà tranquillamente appendere alla spalla.
La particolarità dell’ombrello si scopre non appena si sfila via la custodia: le punte dei raggi, anziché in prossimità del manico, le troviamo dalla parte opposta, ben disposte intorno al puntale, piatto (diametro 2 centimetri) e contornato da una guaina in gomma.
Questo ombrello, come si scopre pigiando il pulsante rosso per sganciare il sistema di blocco, si apre al contrario. O meglio, il gesto dell’apertura è lo stesso, dovremo infatti portare la parte terminale dell’ombrello verso il puntale, ma raggi e tela si apriranno nel senso opposto. L’inversione dei raggi avviene circa a tre quarti dal completamento della manovra: proseguendo nell’apertura c’è infatti un momento in cui le cerniere dei raggi fanno uno scatto permettendoci di completare l’apertura dell’ombrello e bloccarlo nella sua congeniale forma “a cappello di fungo”. Questo sistema invertito, come appurato dalle nostre prove, offre più di un vantaggio.
Innanzitutto, alzi la mano a chi, nell’apertura, è capitato che i raggi si impigliassero alla manica della maglia. Con questo ombrello non succederà mai proprio perché le punte dei raggi si trovano dal lato opposto. Ma se questo potremmo anche non necessariamente definirlo un problema, una reale prerogativa di questo sistema emerge quando, durante un incessante scroscio di pioggia, dopo essere saliti in auto, dobbiamo chiudere l’ombrello. Bagnarsi, anche solo in parte, è inevitabile perché con un classico ombrello, nel chiuderlo, ci si espone alla pioggia battente: qui, invece, la chiusura avviene verso l’esterno, quindi si può progressivamente completare restando completamente riparati all’interno dell’auto.
Un altro vantaggio si rivela nella fase successiva. Siamo seduti in auto ed abbiamo chiuso l’ombrello (quello classico) che sta sgocciolando da tutte le parti, bagnandoci cappotto e pantaloni. Viene quasi da pensare che si tratti di un oggetto inutile visto che ci ha riparato soltanto per il 99% del tragitto. L’apertura invertita dell’ombrello di Plemo invece fa sì che la parte bagnata, con la chiusura, resti all’interno, quindi tutta l’acqua in eccesso sgocciolerà soltanto in prossimità del puntale. In quest’ottica la società ha anche aggiunto *due strati di tessuto*: così, anche se quello più esterno si dovesse impregnare d’acqua nei temporali più tremendi, lo strato interno resterà sempre e comunque perfettamente asciutto.
Come se non bastasse, tornati a casa potremo tranquillamente infilarlo nell’ombrelliera senza rischiare di bagnare gli ombrelli adiacenti con il solo contatto. Per la stessa ragione precedentemente citata, l’acqua si troverà nello strato interno e non in quello esterno, scendendo per forza di gravità in un unico punto, al centro dell’ombrello. E se l’ombrelliera è già satura di ombrelli bagnati che potrebbero invece inumidire l’interno dell’ombrello di Plemo, c’è una soluzione anche per questo: il puntale, come accennato in precedenza, è piatto e può funzionare da base per mantenerlo in verticale e lasciarlo sgocciolare ad esempio sul piatto della doccia o in balcone (purché sia ben riparato). Se non si blocca il tessuto con la striscia a strappo, i raggi leggermente aperti aiuteranno nel sostegno, mantenendolo perfettamente in verticale.
Altra geniale intuizione risiede nella maniglia, ampia e di forma ellittica. E’ innanzitutto ottima anche dal punto di vista dei materiali, gommata e piacevole da toccare, ma proprio per la sua particolare conformazione si può facilmente bloccare al polso per mantenere l’ombrello aperto sopra la nostra testa ed avere entrambe le mani libere – ad esempio – per utilizzare lo smartphone (da qui, infatti, è partita l’idea di fare una segnalazione tra le nostre pagine).
La maniglia, poi, non è completamente chiusa. Da un lato c’è infatti un’apertura di circa 2 centimetri, sufficienti per sfruttare la maniglia come un gancio ed appendere l’ombrello in verticale al bordo di un tavolo, ad uno stendino per i panni o dove più lo si ritiene opportuno, soprattutto immediatamente dopo l’uso, quando è certamente importante farlo asciugare senza chiuderlo per evitare muffa e cattivi odori.
Conclusioni
Nel momento in cui si romperà il vecchio ombrello o vi troverete nella condizione di acquistarne uno in più per la famiglia, valutate l’acquisto del Plemo GXUM003 per tutte le ragioni sopracitate. L’ingombro è lo stesso di altri dello stesso tipo, ma l’apertura invertita e la maniglia “da polso” sono due vantaggi a cui difficilmente, dopo averlo provato, riuscirete a rinunciare.
Bonus: l’ombrello Plemo di Star Wars
Il produttore ci ha inviato in prova anche un altro modello che, sebbene sia esteticamente e strutturalmente identico ad altri ombrelli classici, è accompagnato da un’asta trasparente che si illumina con la semplice pressione di un pulsante. Lo abbiamo scherzosamente chiamato “ombrello di Star Wars” proprio perché, quando acceso, ricorda la celebre spada laser di Sith e Jedi.
L’illuminazione è visibile soltanto di sera, ed è qui che effettivamente può apportare qualche vantaggio in termini di visibilità, ad esempio nel momento in cui si attraversano strade buie. La luce – disponibile in vari colori, che possono anche essere alternati gradualmente in maniera totalmente automatizzata – è garantita da tre batterie ministilo AAA (non incluse in confezione) che si inseriscono nel manico e che permettono di attivare anche la modalità torcia.
Schiacciando il fondo trasparente di quest’ultimo si attivano infatti tre piccole lampadine che offrono un piccolo punto luce, trasformando di fatto l’ombrello in una sorta di torcia. Immaginate di tenerlo sottobraccio e puntarlo in direzione della serratura di casa mentre spulciate le varie chiavi dal mazzo, oppure di usarlo per rintracciare il classico Euro finito tra i sedili dell’auto. Anche questo ombrello viene venduto insieme ad una custodia per trasportarlo in spalla grazie alla tracolla.
Prezzo al pubblico
L’ombrello di Plemo con apertura invertita è in vendita su Amazon e costa 19,99 euro. E’ disponibile in cinque diverse trame per il tessuto interno. Il modello con asta luminosa costa invece 22,49 euro.