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Wacom Intuos Pro Paper Edition alla prova del fuoco

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É stata una profonda revisione quella attuata all’inizio dell’anno da Wacom nella selezione di tavolette grafiche, di cui questa nuova Intuos Pro Paper Edition è solo una delle novità di cui vi avevamo già anticipato alcuni dettagli della presentazione ufficiale.

Una profonda revisione dicevamo che comprende ogni singolo aspetto della tavoletta, dalla tecnologia interna, alla comunicazione con il computer sino al packaging, mai così curato come in questo caso. Ma non è solo una questione di estetica, che conta per la sostanza più quanto sembri, ma anche e soprattutto tecnica, perché il solo cambio della penna vale l’upgrade per chiunque utilizzi una vecchia tavoletta Wacom in modo professionale.

Qui a Macitynet l’abbiamo messa alla prova in vari modi, rimanendone molto colpiti, vediamo com’è andata.

Intuos Pro Paper, il vestito fa il monaco

La prima cosa che stupisce della nuova Intuos Pro Paper Edition è senza dubbio la confezione: seppure il modello da noi testato, l’edizione Paper, sia la versione più costosa della nuova linea Intuos è chiaro che l’intenzione non è solo quella di presentare bene un prodotto, ma di colpire gli utenti di un prodotto come questo in un loro punto più sensibile, il senso per l’estetica.

Una scatola che si apre in due parti, ognuna contenente vari pezzi della tavoletta, e una serie di materiali di contorno di ottima fattura: chi scrive queste righe è un utente Intuos da diversi anni, ma la (piacevole) sorpresa davanti a questo packaging è stata tangibile perché non solo i dettagli sono curati in modo attento, ma colpisce anche la fantasia e l’audacia di alcune soluzioni.

Superato il primo stupore, ecco le novità funzionali: la prima e più evidente differenza con il vecchio hardware è senza dubbio la dimensione, ora più contenuta e con un rapporto tra i lati leggermente diverso, seppure l’area capacitiva, ancora delineata da quattro serigrafie ai vertici sia rimasta la stessa. Su un lato fanno capolino otto pulsanti e il comando a rotella sensitivo, tutti programmabili dai driver, con la possibilità di vedere in sovraimpressione sullo schermo i comandi associati. Interessante il posizionamento su alcuni pulsanti di serigrafie in rilievo per il riconoscimento alla cieca.

La superficie sottostante, tutta in alluminio, sorregge quella soprastante, in plastica rigida: il colore completamente nero offre un look più di prestigio dell’edizione precedente, dove la plastica morbida dava l’impressione di un prodotto più consumer e casual. Su di un lato sono presenti il tasto di accensione e uno switch meccanico per attivare o disattivare la superficie touch, opzione che abbiamo apprezzato molto dato che il touch alle volte può risultare superfluo e uno switch metallico offre un maggior controllo.

Dall’altra parte trova posto il connettore USB-C, una innovazione molto gradita da parte di Wacom che segue la tendenza di moltissimi costruttori (Apple in primis) nello spingere gli utenti verso quello che sarà il connettore del futuro, seppure manchi all’interno della confezione un cavo USB-C/USB-C (ce n’è solo uno USB-C/USB-A che garantisce compatibilità ma che di per sè non è molto innovativo). É possibile utilizzare un cavo USB-C/USB-C, acquistabile a parte, per tutti i computer compatibili, come i nuovi MacBook Pro).

Ovviamente non è necessario utilizzare il cavo, perché la tavoletta utilizza anche un segnale Bluetooth: qui la scelta di Wacom però è stata forse un po’ troppo audace, perché richiede un Mac o PC con Bluetooth 4.2 o superiore, il che restringe il cerchio ai modelli davvero più receti (gli altri possono comunque usare il cavo).

Al primo collegamento la tastiera suggerisce l’installazione dei driver, che individuano un pannello nelle Preferenze di sistema e due App (Wacom Desktop Center e Wacom Inkspace, quest’ultima solo nella versione Paper), e dopo un riavvio siamo pronti a operare (nessun riavvio se avevate già una tavoletta Wacom Intuos installata).

Quattro penne in una

Sin qui le novità estetiche fanno un bell’effetto: in particolare la forma più piccola, che adesso ci sta nella stessa borsa del portatile perlomeno nell’edizione M. Ma tutto cambia quando, inevitabilmente, si prende in mano la nuova penna.

Pro Pen 2 nella forma è identica alla precedente e si distingue solo per il bordo metallico all’altezza dei pulsanti, ma appena la si prova la sensazione è eccellente. Chi ha percepito la differenza tra una Intuos e un’altra tavoletta (come ad esempio le vecchie Bamboo, che aveva la metà della sensibilità) sa di che cosa parliamo, perché passare da 2048 livelli di pressione a 8.192 è davvero una salto in avanti gigantesco.

Il tratto è naturale, quasi “magico” all’inizio, solo per abituarsi dopo pochissimi minuti: restano immutati il riconoscimento dell’inclinazione e le funzioni accessorie come la gomma al lato opposto della punta e i due tasti programmabili (sempre tramite driver).

In tutta onestà non sappiamo quanto questa nuova precisione della penna incida sul carico della scheda video, ma nei nostri test abbiamo usato (anche) un MacBook Pro del 2013 con chip Intel Iris 5100 integrato senza il minimo problema (ovviamente altri MacBook Pro, MacPro o iMac con scheda video discreta non hanno battuto ciglio).

La compatibilità della penna, nel caso i lettori se lo stiano chiedendo, è esclusiva per questa tavoletta: la nuova Intuos Pro (inclusa la Paper edition) può funzionare correttamente anche con la vecchia penna in dotazione ai modelli Intuos 4 e 5 ma per sfruttare correttamente tutti gli 8048 livelli di pressione è necessario utilizzare quella nuova.

Una nota di pregio anche per il nuovo portapenne: un piccolo “UFO” con tetto nero in plastica e il basamento in metallo satinato, si apre premendo sulla superficie ed eseguendo un movimento circolare (che si fa con una mano sola), per poi lasciare agire sulle dieci punte supplementari.

Il nuovo portapenne è molto bello, ma la cosa migliore è che la nuova forma sta meglio sulla scrivania e offre un ingombro minore, specie per chi è molto disordinato e cozzava sempre con il vecchio portapenne muovendo mani e oggetti.

Paper edition per davvero

Diversamente dalle altre tavolette Intuos Pro, la versione Paper edition da noi testata ha una caratteristica in più, e cioè la capacità di utilizzare una seconda penna Finetip (inclusa nella confezione) a inchiostro.

In questo caso la tavoletta ha un funzionamento del tutto simile ai modelli consumer dedicati come Bamboo Spark oppure Bamboo Slate, anche se l’assenza di un blocco note viene qui risolta con una molletta di colore nero che, posta sulla parte superiore, blocca un foglio appoggiato sulla superficie sensibile.

La penna Finetip può disegnare sulla superficie e riprodurre poi il tutto all’interno dell’App Inkspace, in un livello singolo o in multilivello, anche su documenti sequenziali e poi esportare il tutto sul cloud di Wacom oppure anche in locale, sia in formato bitmap (PNG, JPG o PSD) oppure vettoriale (SVG, gestibile tramite Illustrator).

Il processo può essere eseguito in due modi: direttamente in Live, per cui nel mentre che l’utente scrive sul foglio il software riproduce tutto all’interno dell’App sul display oppure in differita, con la tavoletta che registra i tratti nella memoria interna (non è necessario che un computer sia collegato) e poi, con la pressione sul tasto centrale nella rotella (che nel frattempo mostra un LED verde o blu) trasferisce tutto nel computer associato.

Questa funzione a noi è piaciuta molto, come ci era piaciuta all’interno della Spark o dello Slate. Però in questa ottica, in particolare nell’uso del suffisso “Pro” nel nome, è necessario fare alcune considerazioni, seppure queste non possano che essere di natura personale.

In ambito consumer la funzione è molto interessante, così come lo è per un utilizzo più tecnico che grafico (appunti, bozze, idee, testi), ma se pensate di buttare la vecchia matita HB per passare definitamente ad un flusso 100% digitale forse è un po’ presto.

Nel senso, il tratto è buono e l’acquisizione precisa (puntuale e fluida la conversione vettoriale), ma si tratta di un processo adatto allo schizzo: da un lato manca la morbidezza di un blocco di carta, che accompagnano il tratto, dall’altro l’unicità di un tratto molto sottile può essere un limite di fronte alla grandissima offerta che ancora oggi propone il mercato analogico.

Però non vorremmo essere fraintesi: ci è piaciuta molto questa funzione e secondo noi vale la pena investire la differenza di prezzo per averla (rispetto alla sorella Intuos Pro): il processo di digitalizzazione di una idea, di uno schizzo, di una discussione, di un racconto, di una firma o di altre cose può essere fatta in diversi modi, ma difficile immaginarne di più diretti e semplici (a meno che non abbiate una Bamboo Slate o Spark) e non è detto che in futuro la gamma di penne non aumenti (è al vaglio lo studio di una nuova matita da parte di Wacom, speriamo di vederla quanto prima) per offrire un avvicinamento ad una pratica analogica che appare oggi lunga ma inesorabile.

Wacom domini

Con questa nuova linea Intuos Pro Wacom sottolinea ancora una volta la propria posizione di leadership in un segmento, quello delle tavolette grafiche, molto radicato ma di certo uno zoccolo duro dell’ambiente grafico.

La nuova Intuos Pro, dal punto di vista della generazione, è sicuramente un passo in avanti rispetto ai vecchi modelli, come non si vedeva da qualche anno (dall’avvento delle Intuos Pro 4), sia per qualità costruttiva che per capacità della penna, oltre agli innumerevoli e piacevoli dettagli molto curati presenti qui tutti i di serie.

In aggiunta a questo, la Paper edition offre capacità uniche nel mercato delle tavolette grafiche, pareggiate solamente da modelli dedicati a cui manca, però, la versatilità e la precisione di questo modello.

Wacom Intuos Pro è distribuita in Italia da Attiva, ed è già disponibile in tutti gli Apple Premium Reseller Italiani, sia in versione normale che Paper edition, in entrambi i casi nella misura M (oggetto di questo test) che L (un po’ più grande, con una superficie sensibile pari a un A4). I lettori però la possono trovare anche online.

Pro:

  • Offre la stessa superficie della precedente, con un ingombro minore
  • La sensibilità della penna è 4 volte superiore
  • Ogni singolo dettaglio è stato rivisto al meglio

Contro:

  • L’uso di un segnale Bluetooth 4.2 è precoce
  • Manca un appoggio per la penna in borsa

Prezzo: 379,90 Euro (Intuos Pro Medium), 429,90 Euro (Intuos Pro Paper Medium), 529,90 Euro (Intuos Pro  Large) e 599,90 Euro (Intuos Pro Paper Large)

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