Al via il piano nazionale anti-hacker. Il governo Gentiloni ha varato il decreto che conferisce ad Alessandro Pansa, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il compito di proteggere i sistemi e le reti di interesse strategico, sia pubblici sia privati.
Il decreto sostituisce il piano per la cybersecurity costruito dal governo Monti, aggiornandone e potenziando le attività: il nuovo Nucleo sicurezza cibernetica (Nsc) viene portato all’interno del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) ed assicurerà la risposta coordinata agli eventi cibernetici significativi per la sicurezza nazionale. Inoltre dialogherà con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) del Dipartimento della Funzione Pubblica, con il ministero dello Sviluppo Economico, con il ministero dell’Interno, con il ministero della Difesa e, infine, con il ministero dell’Economia e Finanze.
Nella normativa c’è sì al coinvolgimento di università e ricerca: con la possibilità di avvalersi di risorse di eccellenza (hacker accademici ed esperti di sicurezza), così come la collaborazione con le imprese di settore. Ma non solo. Parte tutto dal recepimento della direttiva europea Nis (Network and Information Security) e porta al rafforzamento del ruolo del Cisr (Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica), che adesso emanerà direttive con l’obiettivo di innalzare il livello della sicurezza informatica del Paese, e si avvarrà in questa attività del supporto del coordinamento interministeriale del cosiddetto Cisr tecnico e del Dis.
Nel corso di una audizione del Cisr, Paolo Gentiloni ha anche sottolineato che il suo account email non è stato violato nell’ambito degli attacchi hacker sferrato contro la Farnesina quando era ministro degli Esteri.