I dipendenti donano, Apple raddoppia. Ecco lo schema di solidarietà messo in atto da Cupertino e annunciato oggi da Tim Cook con una lettera pubblica inviata ai lavoratori della Mela con la quale si dà il via ad una sorta di fondazione a supporto di progetti di solidarietà e carità pubblica.
Come funziona il sistema viene spiegato dallo stesso Cook: «Diamo il via ad un programma di solidarietà ad allineamento. Dal 15 settembre quando donerete denaro ad organizzazioni non profit Apple pareggertà la vostra donazione fino a 10mila dollari l’anno». Lo schema non è sconosciuto neppure alle nostra latitudini. Sono diverse le fondazioni che operano con questa modalità nel rapporto con privati, istituzioni ed associazioni che si impegnano nel sociale; ad un investimento previsto e consolidato, se approvato, fa da riscontro un pari investimento così da far crescere e coinvolgere il territorio e le forze attive su di esso. Ma più che la tecnica adottata nel caso del programma di Apple fa notizia l’investimento sul sociale attuato da Cupertino. In passato sono stati diverse le voci critiche che si sono alzate in proposito, alcune delle quali anche all’indirizzo di Jobs in persona accusato di non avere investito nel settore della solidarietà quanto avevano fatto altre società ed individui ricchi quanto lui (Bill Gates per primo che ha una fondazione dedicata alla solidarietà). Per difendere Jobs e mettere in evidenza il suo profilo sociale era sceso in campo anche Bono; il leader degli U2 aveva sottolineato quanto rilevante era stato il contributo di Jobs al programma (Product)RED.
È difficile dire se l’iniziativa lanciata oggi era stata prevista già in precedenza e resa pubblica oggi o se è stata una delle prime mosse di Cook. Quello che è certo è che si tratta di un’azione encomiabile che da una parte responsabilizza i dipendenti in azioni di solidarietà e dall’altra sposta una parte, per quanto piccola, degli immensi profitti di Apple a supporto del dolorante tessuto sociale americano.