Apple ha probabilmente versato a Qualcomm circa 40$ per ogni iPhone, royalty che in pratica rappresentano un terzo delle entrate dell’azienda del produttore di chip. Le due aziende, lo ricordiamo, si stanno scontrando in tribunale: secondo la Casa di Cupertino il produttore di chip avrebbe imposto agli acquirenti delle loro tecnologie costi eccessivi e fuori mercato per l’utilizzo di sue tecnologie e brevetti, sfruttando la sua posizione monopolistica.
A evidenziare l’elevata cifra è Florian Mueller di FOSS Patents (un blog specializzato in proprietà intellettuali), spiegando che Qualcomm chiede 20$ per ogni chip baseband oltre ad ulteriori royalty che arrivano ad altri 20$. “Dal 2015, le vendite annuali di iPhone hanno superato le 200 milioni di unità”, scrive Mueller. “Moltiplicando questi numeri con l’ipotesi dei 40$, si arriva (anche senza calcolare l’iPad cellular) a un totale di 8 miliardi di dollari l’anno, in altre parole un terzo dei ricavi di Qualcomm.
“Non ho alcun dubbio al proposito” scrive Mueller, secondo il quale il caso che vede contrapposte Apple e Qualcomm, è molto più importante della questione Apple vs Samsung. “Se Apple riuscirà ad ottenere condizioni migliori o a fare passi avanti sul fronte antitrust, non sarei sorpreso nel vedere anche Samsung e altri produttori cercare di ottenere rimborsi e riduzioni sui prezzi”.
A Qualcomm sono state comminate multe dalle autorità antitrust sudcoreane e ha risposto all’attacco della Casa di Cupertino affermando che quest’ultima sta guidando una “battaglia regolatoria” in giro per il mondo. La vicina tempistica tra le accuse della Federal Trade Commission e di Apple non sarebbero a suo dire casuali. Derek Aberle, presidente di Qualcomm, promette di dimostrare che le accuse di vera e propria estorsione, sono false. Secondo il legale dell’azienda a Cupertino “sono stati offerti termini in linea con quelli accettati da oltre un centinaio di aziende cinesi”, termini che Apple avrebbe rifiutato anche solo di prendere in considerazione.