Indicare le password di social quali Facebook e altri ancora potrebbe diventare obbligatorio per entrare negli USA. È quanto ha lasciato intendere John Kelly, il generale dei Marines scelto come segretario alla Sicurezza nazionale dal presidente Donald Trump, che ha parlato della questione a una Commissione del Congresso.
“Vogliamo ottenere gli account dei social media, le loro password, sapere cosa fanno, cosa dicono” ha detto Kelly; “se non vogliono collaborare, non entrano”. Il capo dell’Homeland Security – riferisce BusinessInsider – ha detto che l’idea è ancora preliminare e che la Casa Bianca sta prendendo in considerazione anche altre misure di controllo.
La mossa rientra nell’ambito dell’ora sospeso “muslin ban” – l’ordine esecutivo del 27 gennaio scorso che vieta gli ingressi di rifugiati e cittadini di sette nazioni prevalentemente musulmane – e riecheggia una precedente idea ventilata dal consigliere presidenziale Stephen Miller secondo il quale la Casa Bianca dovrebbe obbligare gli agenti doganali e la polizia di frontiera a ficcare il naso nelle rubriche telefoniche e nella cronologia di navigazione dei telefoni prima di consentire l’ingresso negli USA.
L’idea di controllare i post dei cittadini stranieri sui social nasce dalla costatazione che alcuni terroristi prima di colpire hanno espresso idee estremiste su piattaforme come Facebook e Twitter. In un documento dell’FBI si evidenzia che la donna che aveva aiutato l’attentatore della sparatoria del 2015 a San Bernardino, pochi minuti prima della strage su Facebook aveva scritto una sorta giuramento di fedeltà all’ISIS, modalità di agire già adottata da altri attentatori. Il direttore dell’FBI, James Comey, aveva però spiegato anche che altri attentatori non hanno mai espresso il proprio sostegno a “jihad e martirio” sui social media.
Non è chiara la costituzionalità di un simile mandato ma è ovvio che se un’idea del genere dovesse passare, chi ha in mente attentati terroristici si guarderà bene da scrivere sui social idee e opinioni, o aprire account con il vero nome e cognome.
A dicembre dello scorso anno è stato intanto approvato il controverso piano che prevede per chi visita gli USA richieste relative agli account social, risposta che potrà essere fornita compilando la richiesta di ingresso. Si tratta in pratica di una linea nel modulo online e nel documento cartaceo (il formulario) che i visitatori devono compilare secondo i termini previsti dal Visa Waiver Program, il programma del Governo degli Stati Uniti che permette ai cittadini di un altro paese di recarsi negli USA per turismo o affari per un periodo di 90 giorni senza un visto. L’indicazione degli account social non è obbligatoria e la mancata indicazione di questi dati non dovrebbe, almeno al momento, compromettere il via libera alla trasferta a stelle e strisce.