Nel suo tour in Francia Tim Cook è stato intervistato dai giornalisti del quotidiano Le Figaro con i quali ha chiacchierato di vari argomenti: tasse, realtà aumentata, intelligenza artificiale, dell’apertura di uno store sugli Champs-Élysées.
L’intervista non rivela niente di particolarmente sensazionale ma alcune cose riportate sono ad ogni modo interessanti. Cook, ad esempio, ha confermato l’interesse di Apple ad aprire uno store sugli Champs-Élysées, una voce che circola fin dal 2010 e un’operazione immobiliare di alto livello. Voci circolate finora affermano che Apple avrebbe firmato un contratto di locazione di 12 anni per un intero edificio su uno dei più larghi e maestosi viali di Parigi, ma non è chiaro quale sia la tempistica e la data di apertura prevista. Come sempre Cook è stato vago e ha riferito solo che l’azienda da lui guidata sta valutando come usare al meglio lo spazio (anziché un negozio stanno pensando a uffici?).
Parlando di lavoro, Cook ha spiegato che Apple continuerà a investire in Francia e nella sua manodopera. Oltre a 180.000 posti di lavoro creati direttamente o indirettamente dalla cosiddetta “app economy“, il CEO ha spiegato che Apple ha acquisto varie piccole aziende nel Paese; non è a ogni modo dato sapere se faceva riferimento a vecchie o nuove acquisizioni non note. “La Francia è da sempre un posto speciale per Apple” ha detto Cook. “È il posto migliore per scoprire e parlare con musicisti, grafici, progettisti o fotografi che usano i nostri prodotti. C’è tanta energia creativa”.
Parlando di tasse e dei vantaggi fiscali ottenuti in Irlanda con la Commissione europea che chiede il rimborso di 13 miliardi di euro, Cook ha usato il solito argomento: “Paghiamo più imposte di qualsiasi altra azienda al mondo. Non facciamo evasione fiscale. A nostro avviso la legge è chiara. Dobbiamo pagare le imposte dove creiamo valore”.
"Aujourd'hui, le code est aussi important que le langage que l'on parle"Autour d'un bon repas, nous avons passé un moment intime avec Tim Cook, le CEO d'Apple
Pubblicato da Konbini su lunedì 6 febbraio 2017
Per quanto riguarda la localizzazione della produzione, Cook dice che c’è troppa tendenza a soffermarsi dove avviene l’assemblaggio senza tenere conto di altri elementi. “Aprendo il prodotto e guardando i diversi componenti, vedrete che è rappresentato tutto il mondo. Abbiamo 4.600 fornitori in Europa e nel continente abbiamo già speso 11 miliardi di dollari”.
Per quanto riguarda la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale, Cook ha ancora una volta ribadito l’interesse dell’azienda verso queste tecnologie spiegando che queste e Siri permetteranno di creare iPhone ancora migliori. Alcuni analisti prevedono la fine dell’innovazione nel mondo degli smartphone e altre piattaforme mobili affermando che in questo versante future iterazioni saranno più evoluzioni che rivoluzioni. “Guardate a cosa accaduto con i PC” ha detto Cook; “se torniamo agli anni ’90 e all’inizio dei primi anni 2000, vedrete che, prima di partire di nuovo, le vendite erano un po’ calate”. “Gli smartphone seguono lo stesso andamento, i prodotti innovativi faranno comunque sempre la differenza”.
Parlando di cose più frivole, a tavola Cook ha detto di essere un “disastro” in cucina, il massimo che sa fare è “premere il pulsante sul microonde” ma dice di essere una buona forchetta. A questo proposito dice che molte idee nascono a tavola, luogo dove “condividiamo le passioni o raccontiamo le nostre giornate”. Ha parlato anche di codice spiegando che saper programmare è importante come conoscere una lingua. Apple incoraggia le scuole a insegnare la programmazione e vorrebbe corsi obbligatori. Ha visto ragazzini piccolissimi programmare e sviluppare giochi anche a 8/9 anni diventando in poco tempo esperti che hanno realizzati cose incredibili.