Dopo anni di attesa, forse ci siamo. Apple starebbe preparando un MacBook (Pro o no) con anche una scheda SIM per connessione dati e magari anche telefonica. Questo risulta osservando il brevetto depositato la scorsa settimana dalla multinazionale di Cupertino che permette di inserire all’interno dello snodo dello schermo un insieme di antenne tra le quali anche quella per la telefonia mobile con connettività a banda larga.
Sono almeno vent’anni che i “road warrior”, i nomadi digitali chiedono ad Apple di avere un portatile Mac con la connessione a Internet cellulare incorporata. Sarebbe una soluzione che andrebbe a completare la già onnipresente connessione Wi-Fi, della quale è stata proprio Apple il campione, rendendo popolare lo standard all’inizio del nuovo millennio con la base AirPort e i primi Mac pronti per il Wi-Fi in un’era in cui la tecnologia doveva ancora diffondersi nel mondo PC. Cupertino però sino a questo momento non ha risposto alla domanda, pur avendo la competenza tecnologica per farlo senza problemi, dal momento che è uno dei più grandi produttori al mondo di smartphone e quindi qualcosa ne sa di connessioni telefoniche. Invece Apple ha sempre proposto la possibilità di fare tethering, sia via Wi-Fi e Bluetooth che via cavo con l’iPhone (e l’iPad). Che cosa è cambiato?
Due cose. La prima è la pressione del mercato: i produttori di computer da viaggio stanno accelerando con l’offerta di apparecchi dotati di connessione LTE. La banda ormai sufficientemente larga e i modem sempre più economici hanno spinto Microsoft ha suggerire ai suoi partner di inserire il blocco cellulare nei portatili: detto fatto, sia per Asus che per vari altri (soprattutto cinesi: Huawei, Lenovo e Xiaomi), compresi però anche i Chromebook di Google, che hanno ancora più bisogno di connessione per funzionare dei normali computer.
A giocare la parte del leone sarebbe il modem baseband di Qualcomm ma anche quello di Intel. E proprio qui la vicenda si fa più interessante. Apple e Qualcomm, principale fornitore dei telefoni e tablet di Apple, sono ai ferri corti per una questione di prezzo delle licenze, considerato eccessivo da parte di Apple che ha portato il colosso del mobile in tribunale. L’ha fatto per colpire la pratica commerciale che giudica scorretta ma anche perché ha l’alternativa di Intel, che si è messa a costruire modem baseband con successo inizialmente scarso ma oggi crescente.
Proprio la disponibilità dei moduli di Intel sarebbe l’altra ragione per cui Apple avrebbe deciso di svoltare verso la connessione autonoma dei suoi MacBook: la disponibilità di una integrazione sul chipset di Intel potrebbe portare molti vantaggi anche da un punto di vista ingegneristico e non richiede un ulteriore passaggio con Qualcomm.
Apple avrebbe già una soluzione monitor-più-tastiera con connessione LTE integrata: l’iPad Pro. Ma non è all’altezza dell’offerta di ibridi e convertibili del mondo Windows. Microsoft dal canto suo preme molto perché proprio questo segmento si sta rivelando molto promettente da un punto di vista commerciale. E forse perché, con l’arrivo delle nuove generazioni di reti cellulari 5G, comincia a diventare sempre più chiaro che la connessione a larga banda non passa più necessariamente dal Wi-Fi ma si può trovare anche tramite il proprio operatore telefonico.
Ora, se fosse possibile vedere davvero un MacBook 12 con la connessione LTE di ultima generazione, tra qualche mese, sarebbe davvero una notizia molto interessante per molti.