Gli investitori si fidano di Cook e credono, almeno fino a prova contraria, che «Apple non cambierà», come ha scritto nella lettera recapitato oggi ai dipendenti della Mela il nuovo CEO. Questo, almeno, quello che si può dedurre dalla risposta che il mercato di Wall Street ha dato nella prima giornata dopo l’annuncio dell’abbandono da parte di Jobs dell’incarico di amministratore delegato. Al termine delle contrattazioni, infatti, non solo AAPL ha terminato con un ribasso minimo, rispetto alle premesse della notte (-5% all’afterhour) e alle previsioni di alcuni osservatori ma ha addirittura battuto l’indice del NASDAQ che ha perso quasi il 2%, afflitto dalle preoccupazioni per un rapporto negativo sull’andamento del lavoro negli USA e dalla prese di profitto prima del discorso di domani di Bernanke da cui ci attendono cenni sugli stimoli all’economia e sulla cui attesa sono cresciuti gli indici durante gli ultimi giorni.
AAPL è partito inizialmente al ribasso per poi perdere quasi 11 dollari di valore rispetto alla giornata di ieri; successivamente il titolo Apple ha cominciato una risalita che l’ha condotto molto vicino alla parità rispetto alla chiusura di mercoledì. Al momento della chiusura Apple veniva fissata, dopo che di mano sono passati quasi 30 milioni di pezzi, un volume decisamente superiore alla media di 19 milioni, a 373,72 dollari, lo 0,65% in meno di ieri. Il NASDAQ si è invece fermato a 2419,63 punti, -1.95%.
Gli osservatori attribuiscono il calo prevalentemente al sentimento generale di mercato e non alle dimissioni di Jobs; la prospettiva che Jobs potesse lasciare l’incarico sarebbe, di fatto, già incorporata nel prezzo di mercato di AAPL mentre analisti e i grandi investitori le cui mosse influenzano l’andamento dei prezzo dei titolid i Wall Street, sembrano essere propensi a dare fiducia a Tim Cook e credito alla convinzione che la grandezza di Apple di questi anni non è stata l’opera di una “one man band” ma di un team che ha molti protagonisti tutti sintonizzati sulla stessa frequenza.