Dopo due mega multe in Corea del Sud e Cina, ora la FTC statunitense denuncia Qualcomm per pratiche anti concorrenziali. Secondo la Commissione Federale per il commercio USA Qualcomm avrebbe costretto Apple a usare i suoi chip badeband per un periodo di 5 anni, precludendo ai concorrenti di entrare nel lucroso business di iPhone e iPad, con pratiche e accordi anti concorrenziali.
Nella denuncia emerge un dettaglio fondamentale: l’importanza economica ma anche strategica delle forniture di Apple per iPhone e iPad «Qualcomm ha riconosciuto che qualsiasi concorrente che vincesse le forniture per Apple sarebbe diventato più forte, e ha impiegato l’esclusività per evitare che Apple lavorasse e migliorasse l’efficacia dei concorrenti di Qualcomm». Sempre secondo la denuncia Qualcomm avrebbe costretto Cupertino a usare i suo chip baseband offrendo diritti sui brevetti a prezzi anti competitivi, viceversa richiedendo royalty a prezzi elevati ai concorrenti, anche per tecnologie e brevetti considerati fondamentali. Ricordiamo che tecnologie e brevetti riconosciuti come basilari devono essere concessi dai detentori in base alle condizioni FRAND, cioè con licenze eque, ragionevoli e non discriminatorie.
In definitiva la FTC denuncia Qualcomm per aver impiegato pratiche e accordi anti concorrenziali, di fatto monopolizzando il mercato del chip wireless baseband, escludendo i concorrenti, limitando l’innovazione e i benefici per i consumatori. Ricordiamo che Qualcomm è stata multata per ragioni sostanzialmente analoghe nel 2016 in Corea del Sud per una somma di 850 milioni di dollari e nel 2015 in Cina per circa 1 miliardo di dollari. L’indagine della FTC era stata avviata fin al 2014, una indagine è in corso sulla società anche a Bruxelles. Per quanto riguarda Apple, i chip baseband Qualcomm sono stati gli unici impiegati in iPhone e iPad dal 2011 al 2016, gli anni oggetto del contenzioso: nel 2016 per la prima volta Cupertino ha impiegato anche chip baseband di Intel.
In una risposta ufficiale Qualcomm respinge le accuse dichiarando che la denuncia «È basata su una teoria legale fallace, la mancanza di supporto economico e una interpretazione errata dell’industria tecnlogica mobile. Qualcomm dichiara inoltre di non aver mai minacciato o limitato la fornitura di chip nei suoi rapporti d’affari.