Come abbiamo riportato qui, Nokia ha citato in giudizio Apple, una mossa che sembra difensiva, scrive AppleInsider, pensata per cautelarsi a sua volta contro la citazione di Apple. La Casa di Cupertino ha citato in giudizio nove aggregatori di brevetti, un gruppo che in realtà avrebbe orchestrato con Nokia un modo per spillare denaro mediante termini di licenza impropri per quanto riguarda i cosiddetti brevetti “essenziali”.
La Mela ha presentato un’azione legale all’antitrust accusando il gruppo in questione di “cospirare” con Nokia, un piano che consente loro di “ottenere ed estorcere introiti esorbitanti” da Apple e altri produttori di dispositivi mobili. Secondo Cupertino, le aziende, istigate da Nokia, si sarebbero messe d’accordo “usando ingiuste e anticoncorrenziali rivendicazioni di brevetti per tassare impropriamente le innovazioni dei produttori di cellulari”.
Nella citazione Apple accusa Nokia di essere diventata un’entità non praticante (“patent-troll”) dopo aver venduto il business relativo alla telefonia a Microsoft. Secondo Apple, Nokia non vuole più essere coinvolta in procedimenti per la “pacificazione” dei brevetti e intende “valorizzare” quelli che rimangono nelle sue mani.
Le entità non praticanti “complici” di Nokia sarebbero Acacia e Conversant per prime, e altre controllate di Acacia: Helsinki Memory Technologies, Inventergy, Sisvel, Vringo e WiLan.
“Sono assertori seriali e contenziosi hanno obbligato Apple a sborsare milioni di dollari in spese per la difesa” scrive la Casa di Cupertino nella denuncia; “quel genere di vantaggio al quale Acacia e Conversant mirano cospirando con Nokia”. Apple aveva puntato il dito contro Nokia già nel 2011, siglando alla fine della disputa un accordo. Cavilli nell’accordo in questione avrebbero permesso di attuare uno schema (illegale secondo Apple) consentendo ad aziende terze di violare gli obblighi dei termini FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory, equi, ragionevoli e non discriminatori), al fine di racimolare royalties più elevate.
Uno dei nove aggregatori di brevetti, Acacia, ha citato in giudizio Apple 42 volte in dieci anni. La Casa di Cupertino chiede che a questo sia impedito di reclamare l’uso di brevetti standard e essenziali.