Con l’aggiornamento hardware avvenuto alla fine di luglio per la prima volta Apple permette di integrare una unità SSD opzionale in fase di acquisto dei nuovi iMac 27″. Macitynet ha lavorato per quasi un mese con l’all-in-one più grande e potente della Mela dotato di processore Core i5 da 2,80GHz e SSD da 256GB. Per la conservazione dei dati abbiamo poi a disposizione anche un disco fisso tradizionale da 1TB di capacità.
Grazie alle maggiori prestazioni dell’unità SSD una volta premuto il pulsante di accensione il sistema si avvia in meno di 20 secondi. Il balzo di prestazioni risulta evidente anche quando lanciamo software conservati sull’SSD: l’apertura risulta pressoché istantanea anche per iTunes e iPhoto, anche quando l’utente sceglie di riversare ingenti archivi di musica e fotografie sul disco fisso tradizionale.
Il balzo di prestazioni tende però a diminuire quando lo spazio libero su SSD comincia a scarseggiare e ovviamente quando Mac OS X comincia ad essere ingolfato di programmi, software rimossi, dati e così via. Per mantenere costanti nel tempo i vantaggi dell’SSD è consigliabile mantenere sempre una buona dose di spazio libero. Questo non rappresenta un problema particolare se il disco solido viene considerato e utilizzato di fatto come un disco di sistema, riservato all’avvio di Mac OS X e dei programmi che utilizziamo più spesso. Tutto il resto infatti può essere stipato nel disco fisso tradizionale, più capiente e meno sensibile ai cali di prestazione in relazione allo spazio libero residuo. Ricordiamo inoltre che diversi utenti segnalano cali di prestazioni degli SSD con l’andare del tempo. Questo problema non sembra legato alla tecnologia SSD in sé quanto piuttosto nelle impostazioni non ancora ottimizzate di Mac OS X per la gestione di questi dischi. La nostra prova inferiore a un mese non è sufficiente però per sperimentare questo tipo di problematica.iMac 27″: l’all-in-one diventa spettacolare
Dopo anni di prove e di Mac passati in rassegna l’iMac da 27″ è ancor in grado di stupire, come spesso accade per i prodotti Apple. Per le dimensioni dello schermo e il look tutto vetro e acciaio è impossibile che il sistema rimanga inosservato: la diagonale di 27″ risulta di poco inferiore alle grandi TV a schermo piatto installate in diversi salotti. Anche da spento iMac 27″ attira lo sguardo curioso non solo degli appassionati Apple ma anche dei bambini e delle persone a cui l’informatica non interessa.
L’effetto di stupore e di meraviglia si accende premendo il pulsante di accensione dell’iMac: lo schermo immenso, con una risoluzione altissima e una luminosità poderosa incantano qualsiasi sguardo. Per chi deve lavorare con numerose finestre aperte in contemporanea l’iMac 27″ non rappresenta un sistema troppo ingombrante, anzi. Si tratta della soluzione ideale, meglio di un potente PC con unità centrale e doppio schermo. In uno spazio contenuto è integrato tutto quello che occorre per essere operativi: webcam, un efficace impianto stereo, l’alimentatore, un super schermo panoramico e un computer in grado di gestire senza tentennamenti qualsiasi tipo di operazione: dai software più semplici a quelli più complessi, fino ai videogiochi 3D di ultima generazione che spremono a dovere ogni componente e sottosistema dell’iMac.
Grazie al Core i5 abbinato alla scheda grafica ATI Radeon 5750 con 1GB di RAM a bordo per una volta possiamo finalmente non preoccuparci di scatti e rallentamenti e, in fase di configurazione dei giochi, impostare tutti i parametri al livello top. L’effetto è spettacolare: anche i giochi a 2560×1440 ricchi di poligoni, texture, anti-aliasing e chi più ne ha più ne metta, scorrono fluidi con panoramiche mozzafiato sugli universi immaginari creati dagli sviluppatori. Abbiamo provato Starcraft II di Blizzard e anche Supreme Commander 2 di Square Enix recentemente convertito per la Mela da Virtual Programming. Dopo aver giocato a entrambi i titoli su un portatile non proprio recente, con iMac 27″ è stato come riscoprire due nuovi giochi. L’ultimo iMac 27″ è un sogno per giocare ma anche per lavorare.iMac 27″ e la diretta Keynote Back to the Mac di Macity
Per coincidenza abbiamo avuto sotto mano l’iMac 27″ in prova anche il 20 ottobre, giorno del keynote Back to the Mac. In questo frangente abbiamo abbandonato il fidato MacBook Pro per affrontare la diretta con l’iMac 27″. In questa occasione abbiamo sfruttato al massimo l’immensa scrivania disponibile per tenere aperti in contemporanea tutti i software da utilizzare: circa una decina di pagine web su Safari e Firefox, di cui una pagina dedicata allo streaming video in diretta del keynote, un’altra per la diretta di Macitynet, iChat con tre finestre per le comunicazioni con i colleghi, Photoshop Express per le modifiche al volo di alcune immagini, TextEdit. Ovviamente tutti questi programmi e finestre aperte sul MacBook Pro richiedono l’utilizzo continuo di sovrapposizioni e anche di Exposé. Sull’iMac 27 ogni finestra trova spazio abbondante per essere posizionata secondo i gusti e le necessità dell’utente, praticamente senza alcuna sovrapposizione.
Test e confronti con altri Mac
Oltre all’esperienza diretta abbiamo eseguito come benchmark alcuni rendering dimostrativi di Artlantis per avere qualche confronto numerico con gli altri sistemi della Mela. I risultati sono in linea con le previsioni. Nel test Envelope di Artlantis il sistema ha impiegato 249 secondi per completare il rendering: il tempo richiesto è superiore ai 199 secondi impiegati dall’iMac fine 2009 con Core i7 Quad Core da 2,8GHz con 8GB di RAM. In questo confronto oltre alla velocità del processore bisogna tener conto di una spinta in più offerta dagli 8GB di RAM rispetto ai 4GB presenti di serie nell’iMac testato. Naturalmente il risultato è sensibilmente migliore per l’iMac 27″ in test rispetto al MacBook Pro 15″ con Core i7 che ha impiegato 360 secondi per completare l’operazione. Il sistema desktop sfrutta memorie più veloci da 1.333MHz e bus di sistema più veloce, specifiche meno spinte nei notebook per evidenti ragioni di risparmio energetico. anche il processore nominalmente superiore nel portatile è in versione mobile, quindi meno spinto rispetto alla controparte per desktop.
In definitiva pur non raggiungendo i picchi di prestazioni possibili con Core i7 per desktop o dei Mac Pro, l’iMac Core i5 è in grado di offrire prestazioni paragonabili ad un prezzo sensibilmente inferiore. Si tratta di una scelta consigliata per gli utenti che desiderano un sistema veloce e prestante senza dover sborsare però il premium price delle tecnologie top di gamma. Il discorso vale anche per il disco SSD opzionale: l’installazione è raccomandata solo per gli utenti alla ricerca delle prestazioni estreme. Oltre ai videogiocatori più esigenti solo chi lavora spesso con file, audio video e operazioni che richiedono grandi trasferimenti di dati o frequenti accessi al disco.
iMac 27″: il cinema personale
Dopo aver saggiato le prestazioni di iMac 27″ con il lavoro e anche con i videogiochi, merita un accenno anche l’impiego per la riproduzione dei video. La risoluzione nativa è sensibilmente superiore allo standard Full HD, la luminosità risulta addirittura fastidiosa ai livelli più alti, offrendo ampio margine di impostazione per qualsiasi gusto. Per gli appassionati di cinema è un peccato che Apple non abbia ancora scelto di integrare un lettore BD, in ogni caso per chi oltre a lavorare e giocare pensa di utilizzare il mac anche per la visione dei film, il modello da 27″ è caldamente raccomandato.
Prezzi e disponibilità
iMac da 27″ è disponibile su Apple Store a partire da questa pagina. Il modello provato parte da un prezzo base di 1.999,00 euro: per avere l’unità SSD da 256GB integrata oltre al disco fisso da 1TB di serie occorre maggiorare il prezzo di 675 euro. Ricordiamo che iMac 27″ è disponibile a partire da 1,699 euro con processore Intel Core i3 da 3,2GHz e scheda video ATI Radeon 5670 con 512MB di RAM, sempre a partire dal negozio online di Apple.