L’abolizione del decreto Pisanu che fa restare l’Italia nelle retrovie della comunicazione digitale mondiale sta per diventare parte del passato. A dire che l’infausta norma che rende difficile e burocraticamente complessa al punto da sconsigliarla totalmente l’apertuta di hot spot Wi-Fi publici è pronta per il pensionamente, è stato oggi il ministro dell’interno Maroni.
Durante il question time a Montecitorio, il titolare del Viminale ha definito la norma «utile perché in passato ha consentito di identificare gli autori di crimini connessi alla pedofilia e alle truffe on line ma superata dall’evoluzione tecnologica. Risale al 2006 -ha aggiunto Maroni – ora possiamo trovare soluzioni alternative che consentiranno comunque l’attività investigativa»..
Maroni non ha detto quali siano queste “soluzioni alternative” alla registrazione obbligatoria con riconoscimento mediante documento d’identità e obbligo per il fornitore dell’accesso di mantenere traccia (praticamente per sempre) della storia di navigazione del cliente, in vigore oggi. La speranza è che l’idea sia quella di lasciare a qualche sistema automatico ed informatizzato il compito di tracciare la navigazione senza obbligare l’utente a qualche operazione come, ad esempio, la registrazione via SMS, idea che sembra serpeggiare ancora oggi in alcuni ambienti. Questo obbligherebbe ad essere dotati di un telefono (e anche a spendere dei soldi) per avere accesso al Wifi, cosa che in altre nazioni, sia il servizio a pagamento o no, non è prevista, neppure in nazioni dove la sicurezza nazionale non rappresenta un problema di minore portata rispetto all’Italia. Probabilmente prendendo ad esempio quel che accade in Israele, Stati Uniti o Regno Unito il Wifi potrebbe essere liberalizzato senza ricorrere ad arizigogoli tutti italiani e senza penalizzare le forze dell’ordine nel caso sia necessario svolgere delle indagini per trovare gli autori di un crimine.
Per saperne di più si dovrà attendere la prossima settimana quando Maroni dovrebbe avanzare la sua proposta nel contesto del consiglio dei ministri e la nuova norma essere approvata entro il 31 dicembre quando termina l’efficacia dell’attuale decreto Pisanu.