In tutti i fatti della vita c’è sempre un aspetto tragico e uno comico, come dicevano i nostri nonni. Alle volte, almeno apparentemente, il comico prevale, come questa volta. Anche se in realtà, a ben guardare, è piuttosto una tragedia. Proprio come previsto dai nostri nonni.
Come, infatti, interpretare diversamente la storia che la cronaca di questi giorni ci propone? Giovane donna, si presume anche avvenente, si fidanza non una ma venti volte. E da ognuno dei boyfriend, non si sa se paralleli o in serie, si fa regalare un iPhone 7. Il tangibile pegno d’amore, la versione più carrozzata possibile per le finanze dell’aspirante, viene immediatamente mobilizzata e trasformata in contante nel rutilante mondo dell’informatica di lusso cinese.
Ci sono non a caso le code chilometriche in Cina, davanti agli Apple Store, e la signorina ha semplicemente trovato il modo di annullare, anzi esternalizzare l’intermediazione e se è per questo anche tutti i costi di produzione e quindi di acquisto dell’apparecchio. Rivendendolo a prezzo pieno, si presume evitando di pagare anche qualsiasi tipo di ipotetica tassa.
Risultato? Con 18mila dollari piovuti dal cielo solo promettendo le proprie grazie la signorina ha potuto pagare l’anticipo e qualche rata del mutuo per la casa. Letteralmente un dono ottenuto con niente, almeno dal punto di vista dei venti mancati mariti.
Storia comica se non fosse tragico il tessuto sociale in cui si è sviluppata, l’abitazione della psicologia delle persone coinvolte, la vera e propria truffa pensata e reiterata, la piccolezza che contiene tutta la furbizia e malignità della signorina, oltre alla presunta buona fede da boom economico che prevede di conquistare le grazie di una giovane donna sostanzialmente comprandosele con un iPhone.
Da ricordare, mentre si pensa che queste cose da noi non accadono (almeno, non con uno slot di venti persone) che in realtà il nostro codice civile ha pensato bene di regolare questo aspetto della promessa di matrimonio e dei doni scambiati tra i nubendi proprio per evitare schemi di raggiro come quello messo in piedi dalla giovane signorina cinese. Forse anche i nostri nonni, magari non con l’iPhone, ci hanno provato…