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Nei nuovi MacBook Pro 2016 Apple potrebbe aver deciso di implementare una batteria più compatta e meno capiente semplicemente perché obbligata a farlo o, sotto un’altro punto di vista, per non creare inconvenienti pratici o legali ai propri utenti. L’interessante ipotesi formulata da Cnet aggiunge un nuovo tassello nell’eterno dibattito tra spessore e autonomia, una questione che da sempre sta a cuore degli utenti della Mela e non solo.
Infatti mentre i costruttori puntano sempre più a realizzare dispositivi sottili ed eleganti, Cupertino in testa, molti appassionati si chiedono se il gioco vale la candela o se invece sia preferibile sacrificare qualche millimetro di spessore in più per disporre di una batteria più capiente e quindi maggiore autonomia per i propri dispositivi. Cnet rileva però che non solo negli Stati Uniti ma anche in diversi altri paesi il limite massimo per le batterie integrate nei dispositivi elettronici è di 100 wattora in caso di imbarco su un aereo.
Sembra improbabile che i controlli agli imbarchi diventino tanto stringenti da verificare la capacità della batteria integrata nei notebook, in ogni caso Apple deve fare tutto il possibile per evitare grattacapi o eventuali problemi per i propri clienti che viaggiano con un MacBook. Il limite dei 100 wattora era quasi raggiunto dai MacBook Pro 2015 da 15 pollici dotati di accumulatore da 99,5 wattora.
Per snellire la macchina, e grazie alle nuove tecnologie che riducono i consumi per processore e schermo, Apple è riuscita a costruire portatili ancora più sottili con batteria da 54,5 wattora nei MacBook Pro 13” senza Touch Bar e da 49,2 wattora per quelli con barra OLED. Invece nei MacBook Pro 2016 da 15” la batteria è di 76 wattora. C’era ancora quindi spazio per offrire autonomia maggiore ma Apple potrebbe aver preferito optare per 10 ore di autonomia, riservandosi più margine per futuri modelli.