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Twitter ha confermato durante l’annuncio della sua ultima trimestrale che l’azienda si prepara a licenziare il 9 per cento della sua forza lavoro totale. Considerando che a giugno di quest’anno, Twitter contava 3.860 dipendenti in tutto il mondo, la società si appresterebbe dunque a lasciare a casa più o meno 350 dipendenti.
Come conseguenza del nuovo giro di licenziamenti, Twitter calcola di dover sostenere costi di cassa tra 10 milioni e 20 milioni di dollari, la maggior parte dei quali saranno costi di licenziamento. Si stimano inoltre fra i 5 milioni e i 10 milioni in spese, che saranno in gran parte composte dalle compensazioni su base azionaria. I licenziamenti sono in gran parte rivolti alle sezioni di vendite, marketing e partnership di Twitter e lo stesso Jack Dorsey ha avvisato che Twitter porterà i suoi “tre canali di vendita a solo due”.
La notizia sui licenziamenti era già iniziata a circolare negli scorsi giorni quando alcune aziende, in precedenza potenzialmente interessate ad acquisire Twitter, si erano man mano ritirate dal tavolo delle trattative, lasciando il social network dei cinguettii privo di partner. Si tratta del secondo grande taglio di Twitter alla sua forza lavoro, avvenuto circa un anno dopo il primo annuncio, in cui Jack Dorsey, appena insediatosi, aveva annunciato il licenziamento dell’8 per cento dei suoi dipendenti.
Dal punto di vista finanziario, però, i risultati non sono negativi: Twitter ha superato le stime con un fatturato trimestrale di 616 milioni di dollari, in crescita dell’8 per cento anno su anno, conferma 317 milioni di utenti attivi al mese, in crescita del 3 per cento rispetto allo scorso anno. Tutto però sempre senza profitto e con una perdita netta di 103 milioni di dollari per l’ultimo trimestre.