La NAB (National Association of Broadcasters]) e la RIAA (Recording Industry Association of America) avrebbero raggiunto un compromesso che, se sarà convertito in legge, i produttori dispositivi portatili per la riproduzione di media potrebbero essere obbligati ad aggiungere la Radio FM nei propri prodotti. La legge allo studio (al momento si tratta ancora solo un atto formale), il cosiddetto “Performance Rights Act” consentirebbe di raggranellare 100 milioni di dollari con il pagamento delle royalty agli interpreti.
La Consumer Electronics Association si è fermamente opposta alla iniziativa e Gary Shapiro, presidente dell’associazione ha definito la trovata “il colmo dell’assurdo” affermando che non ha senso appoggiare una tecnologia morente a scapito degli utenti. Vari dispositivi quali ad esempio l’iPod nano hanno di serie la radio FM ma una simile mossa influenzerebbe certamente il prezzo finale dei prodotti e costringerebbe i produttori a rivedere le interfacce dei dispositivi. Un iPod Shuffle, sarebbe, ad esempio complesso o impossibile da realizzare, poiché richiederebbe spazio maggiore per il chip che si occupa della ricezione FM, per l’antenna e per i controlli di sintonizzazione.
In passato la NAB si era schierata contro proposte simili, affermando che tali iniziative non fanno altro che strangolare le emittenti più piccole e l’importante ruolo promozionale che rivestono informando i cittadini e facendo conoscere spesso artisti sconosciuti mandando in onda brani non trasmessi dai grandi network. NAB ha anche affermato che la proposta di legge non è altro che la chiara indicazione di un’industria (quella discografica) sull’orlo del fallimento: “Hanno fallito nel tentativo di adattare i propri modelli di business all’era del digitale”.
[A cura di Mauro Notarianni]