Dario Fo è morto a 90 anni a Milano. Nato a Sangiano, in provincia di Varese, nel 1997 aveva vinto il premio Nobel per la letteratura. Dario Fo era stato tante cose: intellettuale, scrittore, drammaturgo e regista, attore e scenografo, attivista politico e pittore. E doppiatore.
In questi giorni in rete e sui giornali italiani (e non solo) leggete e leggerete ricordi e testimonianze sulla vita di uno dei più notevoli italiani del nostro tempo, sulla sua storia, la sua compagna Franca Rame, l’impegno, la passione, la vicinanza al Movimento 5 Stelle negli ultimi anni della vita dopo anni di militanza nella sinistra più radicale. A noi però piace ricordarlo per un altro motivo.
Quando la Apple di nuovo di Steve Jobs nel 1997 decise di rilanciarsi e rilanciare i suoi prodotti, venne creata una campagna unica, durata tantissimo: Think Different, “pensa differente”. La campagna, che aveva decine di affissioni con personaggi ribelli e anticonformisti che avrebbero usato il Macintosh se ci fosse stato quando c’erano loro, spaziavano da Albert Einstein a Mohammed Ali. (C’era tra l’altro anche il neo vincitore del premio Nobel per la letturatura Bob Dylan, irregolare rispetto alla letteratura romanzata tradizionale, che proprio in questo spot prende in qualche modo il testimone del premio vinto dall’altro “irregolare” Fo nel 1997).
A noi qui a Macity, dicevamo, piace ricordare Dario Fo anche per un altro motivo. Fu lui a doppiare, con intensità e passione, lo spot televisivo Think Different nella versione per il mercato italiano. Qui sotto mettiamo il link video, oltre al testo. Omaggio doveroso a un ribelle e anticonformista sino alla fine, impossibile da ignorare.
«Questo film lo dedichiamo ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero».