Walt Mossberg ha scritto su The Verge un articolo critico nei confronti di Siri, l’assistenza vocale nato per iOS ma da poco utilizzabile anche su macOS. Mossberg evidenzia varie carenze, errori e l’impossibilità di ricevere risposte a domande anche molto semplici, alle quali invece assistenti vocali concorrenti riescono a replicare.
Il giornalista evidenzia varie questioni alle quali Siri non è in grado di rispondere, da semplici domande sui candidati politici, alle date della World Series (la finale del campionato professionistico di baseball americano), fino a che tempo fa a Creta. In tutti i casi, Siri non è riuscita a fornire le informazioni desiderate, laddove Google Now, concorrente dell’assistente di Apple, è riuscito a rispondere sempre.
«Siri non è riuscita a indicarmi i nomi dei principali candidati alla presidenza e vice-presidenza degli Stati Uniti, quando si sarebbero svolti i dibattiti, la data dell’Emmy (importante premio televisivo a livello internazionale, ndr) ma anche gli appuntamenti della World Series. Quando ho chiesto “Che tempo fa a Creta?” Mi ha indicato il tempo a Creta, Illinois, un piccolo paese che, sono sicuro sia grandioso, ma non è a quello al quale pensano la maggiorparte delle persone quando chiedono che tempo fa a Creta, la nota isola greca»
Mossberg dice che Apple ha risolto vari problemi con Siri grazie ai suoi feedback e questi avrebbero risposto che l’azienda è costantemente impegnata a migliorare il servizio. Apple preferirebbe concentrarsi più su compiti relativi alle chiamate, all’invio di messaggi, la ricerca di luoghi anziché su questioni generiche che sarebbero meno gradite tra gli utenti di iPad e iPhone. Secondo Mossberg queste domande sono poste di meno perché gli utenti hanno semplicemente smesso di chiedere cose a Siri, impossibilitati dall’ottenere risposte valide.
Il giornalista evidenzia anche problematiche nei servizi cloud di Siri, dalla ricerca tra gli iMessage, alla localizzazione delle foto, alla ricerca di appuntamenti, arrivando alla conclusione che Apple non è più al timone con Siri, lasciandosi superare dalla concorrenza di Google, Amazon e Microsoft; Siri è a suo dire una tecnologia “stagnante”, “troppo limitata e inaffidabile” rispetto ad altri servizi.
Ad agosto di quest’anno, i dirigenti di Apple hanno difeso Siri spiegando che tecnologie di machine learning hanno consentito di migliorare moltissimo il tasso di errore rispetto a prima; a Cupertino, inoltre, stanno da tempo lavorando a sistemi basati su reti neurali che dovrebbero migliorare l’interazione e fornire risposte più appropriate e “acute”.