Anandtech riferisce che i driver per il chipset 320M degli ultimi MacBook Pro da 13” sembrano in qualche modo riconoscere il TRIM, il comando che consente di indicare ai dischi allo stato solido (SSD) i blocchi con dati non più in uso. I drive SSD in grado di sfruttare il TRIM sono identificabili avviando sui nuovi MacBook Pro da 13” System Profiler, l’applicazione che visualizza informazioni dettagliate su hardware, software e network del computer. Nella sezione “Serial ATA” dell’applicazione lo stato Trim Support compare solo e soltanto negli ultimi MacBook da 13”; non compare, invece, nei MacBook Pro Core i5 o i7. E’ probabile, dunque, che Apple stia lavorando per implementare tale caratteristica nel sistema operativo e non è da escludere che il supporto definitivo arriverà con l’imminente rilascio di Mac OS X 10.6.4.
Lo scopo dell’istruzione TRIM è di mantenere costante la velocità dei drive SSD nel corso della loro vita, evitando rallentamenti progressivi che – soprattutto i primi modelli – tendono a conseguire dopo la scrittura di tutte le celle (la spiegazione tecnica dettagliata del problema si trova qui).
Il comando è già supportato da Windows 7 e permette di ridurre le scritture richieste sulle unità SSD. I drive allo stato solido possono scrivere dati in aree già pre-cancellate: il sistema non può aggiornare un file nella posizione esistente ma deve ogni volta creare una copia ex-novo del file, usando dunque lo spazio a disposizione in modo non ottimale.
La presenza di questo comando nel sistema operativo permette di ottenere maggiori informazioni dal controller del disco (cosa è stato cancellato) e fare spazio riscrivendo eventualmente solo i settori aggiornati (le aree pre-cancellate rimarranno disponibili per utilizzi successivi).
I drive che supportano il comando Trim dovrebbero essere contrassegnati da un particolare logo; alcuni modelli hanno bisogno di un aggiornamento firmware per sfruttare il comando.
[A cura di Mauro Notarianni]