Apple questa sera ha aperto le porte dell’iBookstore italiano. Il negozio on line per la vendita di libri elettronici è poco più che di una sorta di dichiarazione di intenti; sugli scaffali sono infatti presenti pochissimi libri, essenzialmente classici (Robinson Crusoe, I Tre moschettieri, Ivanhoe tra gli altri) parte del progetto Gutemberg e nessuno di questi in Italiano, ma nonostante questo si tratta di un importante passaggio.
La ragione per cui Apple, dopo avere modificato ieri le condizioni di vendita di iTunes store per includere i servizi di iBookstore, ha deciso di dare il via al servizio anche nel nostro paese (oltre che in diversi altri dove iPad sarà disponibile dal 28) ha finalità essenzialmente dimostrative; da una parte viene presentata una delle funzionalità chiave di iPad e dall’altra si sollecitano gli editori a prendere in considerazione le potenzialità del dispostivo.
Probabilmente nel corso delle prossime giornate arriveranno anche altri volumi sullo scaffale virtuale di iBookstore ma, almeno secondo quanto abbiamo potuto apprendere consultando alcuni operatori del settore, il passaggio al prossimo livello, ovvero la vendita di volumi recenti, romanzi, guide ed enciclopedie potrebbe essere non dietro l’angolo. I grandi editori italiani sembrano infatti non troppo allettati dalla prospettiva di affidarsi ad Apple per la migrazione in digitale e stanno studiando negozi ad hoc, gestiti su una piattaforma di vendita proprietaria benchè aperta anche ad iPad. La strada da seguire è quella già percorsa da Amazon che ha creato un’applicazione per iPad che accede direttamente al suo negozio on line senza passare da iBookstore.
La più esplicita delle indicazioni in questo senso è la creazione di Edigita (Editoria Digitale Italiana), una joint venture tra Feltrinelli, Messaggerie Italiane, Gems, Rcs Libri, editrici che controllano alcuni dei più prestigiosi marchi del settore librario italiano; obbiettivo: lanciare una serie di testi i formato ePub compatibile con iPad. Anche Mondadori, pur senza avere annunciato ancora nulla di esplicito per iPad, sembra intenzionata a seguire la stessa strada; recentemente sul sito della casa editrice milanese sono apparse immagini di libri elettronici collocati, certo non a caso, dentro allo schermo di un iPad.
Diverso il discorso per piccoli editori che, invece, in assenza delle risorse per creare da soli tutta l’infrastruttura necessaria alla commercializzazione in digitale del proprio catalogo, potrebbero trovare interessante la proposta di Apple. Anche alcuni dei piccoli e medi editori, in ogni caso, starebbero discutendo tra di loro per creare joint ventures sull’esempio di Edigita, distribuendo costi e vantaggi e sfuggendo così al pagamento del 30% ad Apple e soprattutto alle condizioni di prezzo imposte da Cupertino che intende fissare fasce molto simili a quelle adottate da iTunes store e App Store. L’idea di dover vendere i libri a prezzo fisso, imposto per giunta dal fornitore del servizio, è uno dei problemi che anche negli Usa sta ponendo i maggiori ostacoli al successo di iBookstore.