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All’uomo che portò OS X su Intel, negato un posto di Genius in un Apple Store

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 John Kullman Scheinberg è un personaggio poco noto ma ha lavorato 21 anni per Apple e il suo nome è degno di nota perché fu lui a quanto pare a convincere nel 2005 Steve Jobs ad abbandonare sui Mac i processori PowerPC e passare a Intel. Per quanto possa sembrare incredibile, Scheinberg non è stato ritenuto idoneo a essere assunto come “Genius” in un Apple Store. Il New York Times racconta che l’uomo aveva fatto domanda di impiego in un negozio della Mela e la storia sarebbe un esempio di come l’azienda discrimini determinate persone, considerate forse troppo avanti per l’età, senza tenere conto delle esperienze e delle effettive capacità.

Scheinberg si era ritirato nel 2008 a 54 anni ma deve avere pensato che forse poteva continuare a lavorare con un ruolo al Genius Bar degli Apple Store. Molto più grande di tutti quelli che si sarebbero presentati per le interviste, a Scheinberg è stato detto la frase di rito: “Le faremo sapere” ma a quanto pare nessuno lo hai mai ricontattato.

JK Scheinberg - Foto: Linkedin
JK Scheinberg – Foto: Linkedin

Apple, probabilmente, per i suoi store preferisce persone molto giovani. È improbabile che i vari candidati a Genius abbiano le competenze e le capacità di Scheinberg, uomo che segretamente per anni si era occupato del porting e della compilazione di OS X per i processori Intel. Della storia in questione ne abbiamo parlato anni addietro. Su Quora, la moglie dell’ingegnere che aveva dato il via al progetto del porting di Mac OS X su Intel aveva spiegato che tutto nacque come un’iniziativa personale, per ottenere un permesso di telelavoro in modo a poter lasciare la California e spostarsi sull’East Cost così che i nonni potessero seguire suo figlio Max

Inizialmente, per quanto incredibile possa sembrare, era un progetto del tutto personale di cui Apple non si occupò più di tanto. 18 mesi dopo però Joe Sokol (un manager Apple) decise di andare a vedere quel che Kullman stava facendo: «Devo giustificare il tuo stipendio», era stata la motivazione. Seduto nel piccolo ufficio dell’ingegnere che si occupava allora del kernel, Sokol guardò attonito un PC assemblato, partire con Mac Os X e funzionare perfettamente.

Dopo un attimo di silenzio, raccontò la signora Scheimberg, Sokol disse al marito: «aspetta qui un attimo». Alcuni minuti dopo Sokol si presentò alla porta con Bertrand Serlet che era il capo del gruppo di sviluppo di Mac Os. Anche Serlet guardò stupito il PC partire con Mac OS per poi dire: «Quanto pensi di poterci mettere per farlo partire su un Sony Vaio?» «Non troppo» fu la risposta di Kullman. «Due o tre settimane?», chiese Serlet. «No, direi due ore», aveva risposto l’ingegnere. Pochi minuti dopo Kullman era in un negozio Fry per comprare il miglior Vaio sul mercato e alle 19:30 di quello stesso giorno sul Sony girava Mac OS X. Il giorno successivo Jobs decollava con un aereo privato per raggiungere la sede di Sony in Giappone presumibilmente (la signora Scheimberg non lo dice) insieme al Vaio con Mac Os X nella sua borsa.

Come abbiamo raccontato qui, Jobs valutò l’idea di concedere in licenza OS X per installarlo sui Sony Vaio, frutto di una lunga storia di buoni rapporti tra le due società e dell’ammirazione reciproca tra Steve Jobs e diversi top dirigenti Sony.

Kullman a un certo punto fu poi affiancato da altri due ingegneri nel gennaio del 2002 e nell’agosto dello stesso anno gli ingegneri al lavoro erano 12. Fu in quel momento che cominciarono a nascere le prime voci sul progetto Marklar (che è il nome della moglie di Kullman), che sarebbe divenuto quel che oggi sappiamo: OS X per Intel. L’annuncio ufficiale del passaggio a Intel di Os X, lo ricordiamo, è del giugno del 2005.

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