Anche Opera s’inserisce nel dibattito pro e contro la tecnologia Flash di Adobe: Phillip Grønvold product analyst dell’azienda norvegese, parlando con TechRadar ha affermato che il supporto a Flash da parte dei browser è ancora necessario ma anche che i tempi stanno cambiando e il web si sta velocemente spostando verso l’HTML 5.
“I contenuti Internet odierni dipendono da Flash” ha dichiarato Grønvold. “Rimuovendolo, non avremmo l’Internet attuale”. E ancora: “Per offrire la migliore esperienza internet per i nostri utenti abbiamo ancora bisogno di Flash, non c’è modo di schivare questa possibilità”.
Grønvold afferma che la sua società crede negli standard aperti: “In Opera crediamo che al futuro del web corrispondano standard aperti e Flash non è una tecnologia o uno standard web aperto”. La tecnologia di Adobe continua il product analyst, “ha e avrà un senso, così come Silverlight e altre tecnologie ancora, particolarmente se si guarda ai contenuti dinamici”.
“Flash come video container ha poco senso per l’uso della CPU, il consumo della batteria, del WiFi, eccetera; è possibile cuocere un uovo su alcuni dispositivi che utilizzano Flash dopo aver avviato la riproduzione di un filmato: una ragione ci sarà per questo”.
Grønvold ritiene che Adobe debba agire in fretta e abbracciare standard web aperti, evitando di attirarsi critiche addosso come quelle indicate nella famosa lettera di Jobs nella quale il CEO di Apple si scagliava contro Flash.
“Per qualche ragione, Flash non è al momento parte del tessuto web e la tecnologia ha bisogno di trovare un posto nel futuro del web e tra standard aperti, altrimenti sarà costantemente sotto attacco da tutte le parti: il movimento degli open standard cresce sempre di più”, ha detto Grønvold. Il canvas (disponibile con l’HTML 5) è per Grønvold molto interessante ma nel futuro prossimo (per almeno altri “18 mesi o poco più”) c’è ancora Flash. Nessuna dichiarazione eclatante dunque (il product analyst sembra dare un colpo al cerchio e uno alla botte) ma, se vogliamo anche un ulteriore conferma che nessuno è disposto a difendere a spada tratta Adobe.
[A cura di Mauro Notarianni]