Gartner pubblica il report trimestrale relativo al Q2 2016 del mercato smartphone mondiale, che evidenzia nei numeri la crisi di vendite di Apple e l’arretramento di iOS rispetto ad Android.
In termini di numeri, nel Q2 2016 Apple resta in seconda posizione a livello globale ma rallenta il passo, passando da una quota di mercato dal 14.6 per cento del 2015 al 12.9 del 2016, perdendo circa il 11.6 per cento rispetto all’anno passato.
“Le vendite di Apple sono scese in Nord America (il suo più grande mercato), così come in Europa occidentale – si legge nel report di Gartner – tuttavia, è evidente il suo peggior calo di vendite in Cina e sui mercati più maturi delle regioni di Asia e Pacifico, dove le vendite sono diminuite del 26 per cento. Apple ha avuto invece la sua migliore performance in Eurasia, regioni dell’Africa sub-sahariana e orientale nel secondo trimestre del 2016, in cui le vendite di iPhone sono cresciute più del 95 per cento anno su anno”.
Il calo sottolineato da Gartner conferma le cifre già rilasciate da IDC sul mercato cinese, dove le performance di Apple hanno mostrato segno decisamente negativo, dovute secondo Gartner, per lo più ad una tiepida accoglienza di iPhone SE.
Crescono invece Samsung, primo produttore al mondo i termini di vendita, con il 22.3 per cento del mercato, Huawei, con il 8.9 per cento, e il sorprendente Oppo, che conquista il 5.4 per cento delle vendite, più che raddoppiando il risultato del 2015. In leggera flessione anche Xiaomi, che passa dal 4.7 del 2015 al 4.5 del Q2 2016.
Nel complesso, secondo Gartner, la richiesta di smartphone premium è rallentata nel Q2 2016 ma al contempo il declino nelle vendite e produzione dei “feature phone” ha permesso maggiori vendite degli smartphone di fascia medio-bassa, come ad esempio i Galaxy A e Galaxy J di Samsung, che hanno aiutato l’azienda sud coreana a dare filo da torcere agli avversari cinesi.
Lato sistema operativo, iOS mostra giocoforza le stesse cifre di iPhone (dal 14.6 per cento del 2015 al 12.9 del 2016), mentre Android cresce al 86.2 per cento (dal 82.2 del Q2 2015); Windows è ormai vicino a scomparire dal radar, ora solo allo 0.6 per cento rispetto al già minuscolo 2.5 per cento dello scorso anno.
