L’annuncio di un ritardo del lancio di iPad in Europa ha sicuramente suscitato delusione nei clienti del Vecchio Continente, ma gli analisti e gli investitori hanno invece accolto la notizia con grande entusiasmo. Secondo la maggior parte di coloro che guardano con interesse (anche economico) alle cose di Cupertino si tratta infatti del segnale piuttosto chiaro che il prodotto è azzeccato e che sta vendendo bene.
È il caso di Shannon Cross, di Cross Research che poco dopo la notizia ha innalzato le stime per l’anno da 1,5 a 2,5 milioni di pezzi venduti., Maynard Um di UBS AG sta cominciando a ritenere la stima di 1,2 milioni di iPad per il trimestre di giugno conservativa, Charlie Wolf di Needham & Co. ritiene che le vendite potrebbero avvicinarsi a quota 1,3 milioni mentre Gene Munster non ritiene addirittura del tutto improbabile che Apple riesca a toccare gli 1,8 milioni di pezzi venduti entro fine giugno. Guardando più in là sembrano davvero imponenti le cifre previste da Credit Suisse (4.8 per il 2010 e 8,7 milioni per il 2010) e da Katy Huberty di Morgan Stanley (sei milioni entro fine anno).
Ovviamente, dando per scontato che la domanda sia davvero così alta, molto, se non tutto, dipenderà da quanti sono gli iPad che Apple riesce a costruire. Secondo Doug Reid di Thomas Weisel la produzione è molto limitata, solo 70/100.000 pezzi a settimana. Per questo l’analista ipotizza che gli iPad che finiranno nelle mani dei clienti entro fine giugno saranno solo 850mila, una stima che però a prima vista sembra davvero pessimistica se si pensa che ad oggi Apple ha già venduto 500mila iPad e che ha ancora due mesi e mezzo di tempo prima di arrivare a fine trimestre, con per giunta oltre un mese di commercializzazione a livello internazionale.
Ma c’è anche qualche voce fuori dal coro come ad esempio quella di Douglas McIntyre di 247WallSt.com secondo cui “delle due l’una: o Apple ha fatto un enorme lavoro per convincere i clienti americani ad acquistare iPad oppure ha sottostimato il numero di iPad di cui avrebbe avuto bisogno per organizzare il lancio a livello internazionale”. McIntyre crede che in ogni caso ci sia stato qualche cosa che non ha funzionato nella macchina solitamente oliatissima di Apple.
Carmi Levy, un analista indipendente nel settore della tecnlogia, è anche più scettico e duro: “È difficile – dice Levy ad AFP – credere che Apple non potesse prevedere la forte domanda di iPad negli Usa ed è altrettanto difficile credere che la società non fosse preparata ad affrontare la catena di distribuzione per una così forte richiesta. Siamo di fronte a niente altro che ad una strategia di marketing che serve ad accrescere ulteriormente l’attesa e la domanda sui mercati internazionali. Si tratta di un modo cinico di operare, ma sono nella posizione di poterlo fare perché non hanno concorrenti”.
Strategia o no, problemi di approvvigionamento o no, incapacità di fare fronte alla domanda o no, gli investitori hanno comunque applaudito alle notizie diffuse oggi intendendole come qualche cosa di positivo. La prova è nell’andamento in borsa di AAPL che ha stabilito l’ennesimo record degli ultimi giorni sfiorando quota 246 dollari nel corso delle contrattazioni e poi chiudendo a 245,69, l’1,34% in più di ieri.