Il dettaglio può essere sfuggito anche ai lettori più attenti ma le trattative tra Apple e AT&T per iPhone ed ora i colloqui per contenuti e diritti televisivi hanno diversi punti in comune. Il primo e più importante è che Cupertino detta clausole inusitate, pretendendo servizi, funzioni, prezzi di favore e al contempo massimo potere di controllo finale.
Il secondo particolare è meno importante ma molto significativo: in diversi casi gli attriti tra il management di Apple e quello di partner o potenziali tali, inizia “a pelle” o meglio a livello di approccio e presentazione. Il caso più noto e recente, come anticipato, è l’incontro tra Eddy Cue di Apple e i manager di Time Warner per discutere di contenuti e diritti per un servizio TV in streaming della Mela. Per tutti i dettagli e le strategie rimandiamo a questo articolo: qui invece ci concentriamo su di un particolare rilevato da John Gruber, noto blogger USA con ottimi agganci a Cupertino.
All’incontro con Jeff Bewkes, Ceo di Time Warner nei mega uffici di New York con vista su Central Park, Eddy Cue si è presentato con 10 minuti di ritardo ma soprattutto «indossando jeans, scarpe da ginnastica senza calze e una camicia hawaiana». Sempre secondo i soliti addetti ai lavori che rimangono anonimi tutti gli altri dirigenti presenti all’incontro vestivano eleganti completi come richiederebbe l’importanza del meeting.
L’aneddoto non è però isolato perché Eddy Cue può contare su un illustro predecessore. Apple richiese condizioni inconcepibili anche ad AT&T per l’esclusiva di iPhone e le relazioni tra le due parti non sembra siano mai state particolarmente brillanti. Oltre a non aver mai mostrato iPhone prima della presentazione ufficiale di Jobs, con l’eccezione di pochissimi top manager, anche in quel caso si verificò uno scontro culturale.
In vista di una importante riunione con il consiglio di amministrazione AT&T, un dirigente consigliò a un aiutante di Jobs di fare in modo che il Ceo di Apple indossasse un completo almeno per quella occasione. La risposta è di quelle storiche «Siamo Apple. Non indossiamo completi. Non ne possediamo nemmeno».
Si tratta di due aneddoti che oltre a risultare curiosi per i fan della Mela, ben dimostrano le differenze di approccio e culturali tra il modo di fare business di Cupertino e i colossi USA e non solo. A posteriori sembra che per AT&T accettare le condizioni inusitate per l’esclusiva iPhone abbia ripagato enormemente nel giro di qualche anno.
Per ora il servizio streaming TV di Apple non esiste ancora ma secondo molti la visione di Cupertino è quella giusta: canali TV e in diretta con pacchetti flessibili, registrazione cloud e prezzi abbordabili. Forse qui le condizioni verranno accolte solo quando lo imporrà il mercato, come è avvenuto a suo tempo per la musica e i singoli brani su iTunes.