Nuove politiche protezionistiche simili a quelle adottate in Brasile e che dovrebbero bloccare il surplus commerciale, aiutare nella lotta contro l’inflazione e stabilizzare la parità peso/dollaro, impediranno in Argentina la vendita di dispositivi quali BlackBerry e iPhone per la mancanza di quello che è stato denominato “certificato di origine”. Produttori quali Apple e RIM dovranno giustificare la loro presenza sul mercato argentino e potranno ottenere il consenso alla vendita solo se decideranno di produrre i loro dispositivi in loco. Produttori quali Alcatel, Nokia, LG, Motorola, Sony Ericsson e ZTE hanno risolto il problema, creando fabbriche nel paese sudamericano ottenendo l’agognato certificato. Anche RIM sarebbe già alla ricerca di un partner locale per la produzione degli smartphone. Le intenzione di Apple non sono chiare, ma per Cupertino l’Argentina, anche per dimensioni del mercato, riveste il ruolo di paese secondario e anche le sue quote di vendita sono inferiori rispetto quelle detenute dai Blackberry.
In Brasile, poche settimane addietro il ministro dell’innovazione Aloizio Mercadante ha annunciato l’avvio dell’assemblaggio di iPad nella repubblica federale per fine agosto o inizio settembre. Inizialmente lo stabilimento di Foxconn servirà ad alimentare l’importantissimo mercato interno evitando il ricarico di tasse per i prodotti esteri.
[A cura di Mauro Notarianni]