Se c’è un ambito degli sport motoristici dove l’Hi-Tech è fondamentale è quello della MotoGP dove in una sola gara ci si gioca il lavoro di settimane e di mesi non solo sulla parte ciclistica (il telaio, le sospensioni) quella del motore e quella aerodinamica ma anche quella elettronica e infine informatica strettamente collegate tra loro per la rilevazione di dati e la successiva elaborazione.
Nella MotoGP e nelle classi inferiori come nella SuperBike a differenza di quanto accade nella Formula1, i dati della telemetria “interni”, quelli che provengono dai sensori installati sulla moto, non vengono trasmessi direttamente durante la corsa e neppure è possibile la regolazione “in diretta” della centralina di bordo da parte dei box. E’ il pilota che può cambiare il preset delle mappature secondo le indicazioni del box attraverso le segnalazioni in prossimità del traguardo ma il tutto viene regolato e poi rilevato a moto ferma.
Per tutte le moto che partecipano al MotoGP la centralina è la stessa, ECU, realizzata da Magneti Marelli e sono poi le varie case motoristiche a decidere quale software di analisi implementare sia per i Team principali che quelli secondari per cui forniscono un diverso livello di supporto.
Grazie a Ducati, G-Data e alla grande manifestazione World Ducati Week di Misano giunta alla quarta edizione Macitynet è entrata nei Paddock della squadra ufficiale Ducati, di Pramac e Aruba.it per scoprire come vengono gestiti questi dati per ottimizzare il settaggio delle moto nella fase delle prove ufficiali e non e infine della corsa della domenica.
A farci da guida Stefano Rendina, responsabile IT di Ducati Corse che ci mostrato ogni dettaglio della struttura informatica del team Ducati partendo dai box del team con supporto ufficiale Pramac fino al flightcase con i server che fanno girare il software Ducati in grado di elaborare tutti i dati provenienti dall’infinità di sensori a bordo delle moto.
Visto che le moto non comunicando in modalità “wireless” con i telemetristi di fatto sono una estensione fisica della rete locale e quando arrivano al box viene collegato un cavo ethernet che un terminale sotto il cupolino.
Miliardi di dati
Una volta prelevati i dati dalla centralina questi vengono rielaborati dal software che ne permette una interpretazione più raffinata e consente anche un confronto con i risultati e le prestazioni ottenuti nello stesso circuito nelle stagioni precendenti.
Ogni moto produce all’incirca 15 GB di dati per singolo evento se si considerano sia le prove (libere e non) che la corsa e alla fine della stagione, se si considera che i ogni team ha due moto, ha moto di riserva e la squadra corse Ducati gestisce il proprio Team ufficiale, Pramac, Aruba.it, Avintia e la SBK siamo a circa 2 Terabyte di materiale da gestire.
L’archivio storico è altrettanto importante visto che è possibile recuperare informazioni sul comportamento delle moto in condizioni atmosferiche e di temperatura paragonabili a quella della giornata che si sta analizzando e, anche se molti parametri non coincidono perchè la moto nel frattempo si è evoluta e magari sono aumentati e cambiati i sensori, è utile avere dei termini di riferimento per gestire possibili scenari delle prove o della corsa.
Per l’elaborazione dei dati e per l’archivio e il collegamento con la casa madre c’è di nuovo un collegamento fisico (di fatto un cavo ethernet che vediamo passare sopra le nostre teste e finisce in una zona chiusa del paddock, dove troviamo un flightcase molto speciale: si tratta in pratica dell’”armadio server” preparato da Rendina: ovviamente con configurazione ridondante sotto ogni aspetto anche con dei firewall fisici Palo Alto.
Stefano ha iniziato la sua collaborazione con Ducati ai tempi dell’Ing. Preziosi che ha portato anche nel reparto IT una gestione manageriale da reparto di produzione: tutti i software utilizzati, l’hardware e i relativi aggiornamenti del firmware hanno una fase di pre-test operativa e vengono “rilasciati” sulle moto solo dopo averla superata: a quel punto tutti i team Ducati la utilizzano direttamente e forniscono dei feedback allineati sulla stessa versione: questo permette non solo di capire il livello di affidabilità ma anche di correggere eventuali problemi con il minor numero di variabili non ponderabili dovute a combinazioni di software e firmware diversi.
La sicurezza software e G-Data
Rendina ci spiega come gestisce la sicurezza lato software: “Dobbiamo fare interagire tre software contemporanamente e G-data e’ inserito nella rete fissa per la protezione malware. Utilizzavamo un altro software e abbiamo avuto problemi di malware due stagioni fa durante un weekend di gara: siamo strutturati per poter tornare indietro in 30-45 minuti ad una precedente versione del backup grazie alla ridondanza del nostro sistema ma ovviamente per le esigenze di lavoro in tempi strettissimi un problema del genere può compromettere il lavoro di tutto il team.”
“Le nostra esigenza era quella di avere una protezione che limitasse al massimo i tempi di intervento nella fase di controllo: non avendo dati in tempo reale ma dovendo attendere il download dei dati dalla centralina e il passaggio al software di controllo è necessario fare tutto nel minor tempo possibile. Se utilizzassimo software molto pesante potremmo “schienare” tutta la struttura e cerchiamo di ottimizzare sicurezza, flessibilità e velocità per provare a costruire un pacchetto ben equilibrato: il data loss prevention viene realizzato con un altro software, il firewall è quello di Microsoft e l’antivirus è quello di G-Data.”
Giulio Vada di G-Data Italia che ha sede a Bologna ci spiega: “Diciamo che è proprio qui che sta la potenza del nostro software di protezione: come per la gestione dei team di corsa cerchiamo di ottimizzare tempi e prestazioni ed è per questo che il nostro software che consuma pochissime risorse si basa su due motori che agiscono a due livelli e sono sequenziali. La prima analisi viene realizzata in maniera fluida con un alta detection rate attraverso tecnologia olistica e il secondo motore (generalista) interviene solo se il primo motore trova qualche anomalia.
Le caratteristiche sono quelle di velocità e sicurezza: alta “detection rate” e rapidità dei risultati.
In più siamo in grado di fornire soluzioni “sartoriali” o “taylor-made” visto che anche la filiale italiana non ha pura funzione di rappresentanza ma anche capacità di consulenza su problemi specifici.”
G-Data ha attivato tutta una serie di incontri presso la Ducati University allestita a Misano con al centro la sicurezza, le nozioni di primo soccorso, la teoria di guida su pista e le informazioni sulla progettualità di Ducati Corse per la MotoGP e la SBK.
E’ interessante constatare che anche se la proprietà di Ducati ormai è tedesca come lo è quella di G-Data, il cuore, il cervello e la passione tutta italiana nel combinare alta tecnologia motoristica con eccellenza nell’elettronica e nell’informatica sono ancora strettamente legate al nostro paese e all’area di Borgo Panigale e dintorni.
Lasciamo lo spazio finale alle immagini della celebrazione dei 90 anni dell’azienda alla World Ducati Week 2016 di Misano con protagonisti i nuovi e vecchi piloti Ducati (Dovizioso, Iannone, Stoner, Capirossi…) e un pubblico entusiasta che supererà sicuramente le 65.000 presenze dello scorso anno.