Dopo aver conquistato il mercato delle smartband super economiche con la prima Mi Band, Xiaomi ci riprova con Xiaomi Mi Band 2, bracciale fitness che aggiunge rispetto alla prima versione un piccolo display OLED, per apprendere determinate informazioni senza l’ausilio di smartphone Android o di iPhone. Ecco cosa ci è piaciuto, e cosa no di questo bracciale smart low cost.
A livello estetico Mi Band 2 è molto simile al predecessore, se non fosse per la grandezza leggermente superiore, e per il sensore dotato di schermo OLED e pulsante a sfioramento. Il bracciale in silicone è molto simile al primo modello, sia per dimensioni, che per comodità: al polso, dopo averci fatto l’abitudine, non si avvertirà il minimo fastidio.
Come per la prima versione, insomma, Mi Band 2 è davvero un compagno da utilizzare 24 ore su 24. Il sensore è sempre estraibile, ed anzi è proprio sfilandolo dal bracciale in silicone che lo si riesce a ricaricare con il cavo proprietario, naturalmente incluso nella confezione. Non è possibile scambiare i due caricatori, dato che Mi Band 2 è più grande del primo modello.
La novità più interessante della band è il piccolo display OLED. In effetti è ciò che mancava sulla prima Mi Band. In modo assolutamente simile al FitBit Charge HR, che Macitynet ha recensito a questo indirizzo, è possibile visualizzare sullo schermo l’orario, passi compiuti, calorie bruciate, metri percorsi e il battito cardiaco, oltre alle icone di alcune notifiche in entrata sul proprio smartphone.
Potenzialmente, dunque, Mi Band 2 avrebbe tutte le carte in regola per far tremare i competitor: prezzo basso, lettore del battito cardiaco, numerose informazioni mostrate a schermo e comodità al polso. Se da un lato molte delle caratteristiche appena elencate funzionano egregiamente, dall’altro nessuna di queste risulta incisiva.
Le notifiche, ad esempio, vengono visualizzate tramite una piccola icona, che però scompare dopo qualche secondo, non lasciando alcuna traccia sul display dell’indossabile. Così, si potrà verificare la presenza di un messaggio, di una chiamata o di un WhatsApp, soltanto nel momento in cui arrivano.
La vibrazione è forte e richiamerà quasi sempre l’attenzione dell’utente, ma nel caso in cui si ritardi a verificare la notifica, di questa non vi sarà più traccia sul display della smart band. Inoltre, tra le tante app di cui è possibile impostare la notifica sul bracciale, manca la mail. Non solo non è possibile impostare il client Gmail per inviare notifiche all bracciale, ma nemmeno il client mail di un terminale Xiaomi è in grado di inviare notifiche allo schermo della band.
Per ciò che concerne il fitness, i dati restituiti dalla Mi Band 2 sono abbastanza accurati. Il bracciale tende un po’ a sovra stimare i passi, ma è del tutto giustificabile giustificabile considerando il basso costo, oltre che trascurabile, dato comunque un riscontro abbastanza preciso.
A confronto con altri indossabili ben più costosi, il divario di passi, calorie bruciate e distanza percorsa non è poi così tragico: si tratta di un centinaio di passi o di metri alla fine della giornata. anche la lettura del sonno, così come per la prima Xiaomi, risulta abbastanza precisa, restituendo orari di inizio e fine sonno sufficientemente precisi.
Quello che proprio non va, però, è la modalità con cui vengono registrate e restituite le informazioni. Anzitutto, durante la corsa non è possibile tenere traccia dei battiti cardiaci in modo continuo. Si dovrà, di volta in volta, richiedere la lettura del battito, che però imporrà al runner di fermarsi, perché in corsa il bracciale si rifiuta di leggere il battito: l’utente, per una corretta misurazione, dovrà rimanere immobile.
Inoltre, non è possibile avviare un registro delle informazioni relative alla sola corsa, come accade su FitBit. In questo modo, non sarà possibile tenere traccia dei km percorsi, delle calorie bruciate e dei passi compiuti limitatamente alla corsa.
Quanto alla batteria da 70 mAh, il produttore assicura 20 giorni di autonomia. Possiamo confermarlo, giorno più, giorno meno, considerando anche che varia in base all’utilizzo che se ne fa. In Ogni caso, Mi Band 2, come il precedente modello, riesce tranquillamente a farci dimenticare il carica batteria a casa, anche per lunghe vacanze fuori casa.
Insomma, promosso a pieni voti sul versante autonomia, che naturalmente diminuisce rispetto alla precedente, a causa dello schermo OLED che si accede spesso. A proposito dell’accensione, Xiaomi corregge finalmente il meccanismo che risveglia il display: adesso con normali movimenti del polso si riesce quasi sempre a leggere l’ora e i dati a schermo, mentre accendere i tre LED sulla prima Mi Band risultava quasi un’impresa.
L’applicazione da scaricare per iOS e Android è sempre la stessa Mi Fit compatibile anche con il primo bracciale. I menù, e l’interfaccia, è minimalista, come da classico stile Xiaomi, e risulta particolarmente simile alla versione inizialmente ottimizzata solo per la prima Mi Band. Naturalmente, sono presenti sotto menù dedicati a questa nuova versione, che consente ad esempio di impostare le notifiche delle app che si vuole vedere apparire, sotto forma di icona, sul piccolo display OLED.
Conclusioni
Xiaomi Mi Band 2 avrebbe davvero tutte le carte in regola per dar fastidio ai mostri sacri in questo palcoscenico, ma si perde in un paio di bicchieri d’acqua. Le problematiche segnalate poco sopra potrebbero, forse, essere corrette a livello software o tramite l’ausilio di applicazioni terze. Al momento, però, i problemi ravvisati persistono.
Ad ogni modo, si tratta comunque di un braccialetto davvero interessante, che migliora la prima versione e che vale la pena acquistare, anche se al momento costa quasi il doppio rispetto a Mi Band 1.
Su Gearbest è possibile acquistarla ad uno dei prezzi più bassi, 38 euro.
PRO
- Il display da una marcia in più
- Longevità
- Comodo al polso
- Preciso nel conteggio passi
CONTRO
- Lettura battito solo a richiesta
- Le notifiche non rimangono a schermo