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Annunciato un nuovo progetto di ricerca denominato Google Bloks; l’idea di base è insegnare concetti di programmazione ai bambini che per sviluppare codice devono utilizzare componenti, o meglio, “blocchi”. Una piattaforma hardware aperta, sviluppata in collaborazione con l’azienda IDEO, permette di sfruttare tre tipologie di blocchi: la Brain Board, un Raspberry Pi Zero utilizzabile come processore e “gestore” degli altri blocchi denominati Pucks, nome che arriva dai dischi di gomma utilizzati nell’hockey su ghiaccio e che possono essere di varie forme.
I vari oggetti mettono a disposizione azioni molto semplici (es. “attiva/disattiva”, “ruota a destra”, “salta”, “ruota a sinistra”, “riproduci musica”); le Base Board interpretano le istruzioni nei Pucks inviandole (via Wi-Fi o Bluetooth) alle Brain Board che le elaborano. Su queste ultime è possibile attivare LED di stato, motorini e altri dispositivi. I componenti non devono necessariamente essere collocati in modo lineare ed è possibile creare anche algoritmi complessi.
Google, a quanto sembra di capire non vuole commercializzare i prodotti ma solo creare una base comune sufficiente a far comprendere le basi della programmazione. Il progetto è in fase di sviluppo e la grande “G” chiede la collaborazione di inseganti, genitori e sviluppatori.
L’approccio è diverso da quello immaginato da Apple con Swift Playground, l’app per iPad per bambini presentata alla WWDC 2016 che semplifica l’apprendimento della programmazione. L’idea di Cupertino è offrire una libreria con lezioni di programmazione, un’interfaccia interattiva che incoraggia gli studenti a esplorare l’uso di Swift inviando comandi, creando funzioni, imparando a usare loop, variabili, ecc. permettendo loro di acquisire progressivamente sicurezza e nuove capacità.