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Sconosciuta in occidente, Rixi è una startup pakistana che ha deciso di sfidare Uber sul suo stesso settore, quello dei trasporti on demand, con alcune sostanziali differenze: se Uber fa affidamento su auto di medio-alto livello e un’app all’avanguardia, Rixi può contare su una flotta di Tuk Tuk e i cari vecchi sms.
Il modello di business di Rixi si è infatti adattato al territorio pakistano, dove solo 21 per cento degli utenti può godere di un abbonamento o una ricaricabile del pacchetto dati; la restante parte dei 130 milioni di cellulari del Paese deve fare affidamento su sms e chiamate vocali.
Rixi si affida proprio agli sms con un sistema artigianale ma efficace: l’utente in cerca di un passaggio invia un sms ad un numero specifico, compreso di indirizzo corrente e indirizzo di destinazione; i conducenti nella zona, tutti rigorosamente alla guida di un risciò, agile e comodo per gli spostamenti nel traffico, rispondono con un’offerta economica fra cui il potenziale passeggero dovrà scegliere quella secondo lui più vantaggiosa, confermarla ed attendere il suo passaggio nel luogo prestabilito.
Per i conducenti è disponibile anche un pannello di controllo per verificare le loro posizioni rispetto ai passeggeri e consentire loro di ricevere le richieste e rispondere con le offerte. Il servizio è però ovviamente meno affidabile di Uber vista l’approssimazione della geolocalizzazione sfruttata dal servizio e basata esclusivamente su Google Maps e sulla triangolazione fra i cellulari e i ripetitori del segnale radio-cellulare, ma il fondatore della startup, Adnan Khwaja, è fiducioso e adduce la colpa delle imprecisioni più che latro a Google Maps.
Khwaja potrebbe aver comunque centrato in pieno le esigenze e il contesto: ad oggi circa 1000 tuk tuk girano per le strade delle città pakistane in Lahore e il servizio è destinato ad aumentare di popolarità, almeno finchè anche Uber non deciderà di dotarsi anch’esso di un flotta di risciò.