Se fosse un ristorante e noi fossimo la guida Michelin scriveremmo che “vale il viaggio”. Stiamo parlando della K-Way Gallery, un piccolo (ma con pezzi rarissimi, alcuni unici in Italia) museo dell’informatica realizzato all’interno del K-Way Store di Torino (nella centrale via Roma 264).
L’esposizione resterà aperta – con ingresso libero – sino al 19 maggio (dal martedì al sabato dalle 10 alle 19,30; il lunedì dalle 12 alle 19,30). La galleria è pensata come un viaggio in dieci tappe – una per ciascun oggetto esposto – attraverso gli anni (fine ’70 inizio ’80) che hanno visto la rivoluzione informatica dei personal computer.
In mostra, tra gli altri, una vera e propria chicca: uno dei pochi modelli ancora in circolazione al mondo dell’Apple I, primo prodotto della corporation di Infinite Loop (ma allora, era il ’76, aveva la sede nel garage dei genitori di Steve Jobs). E poi l’Apple II, il vero e proprio primo personal computer, il Lisa, primo pc commercializzato con un’interfaccia grafica, ed infine la “macchina perfetta”, come l’hanno chiamata i curatori: il Macintosh. Insieme ai gioielli Apple, anche altri modelli che hanno segnato la storia di quegli anni che hanno cambiato il mondo, dall’Altair 8800 (che mise le basi per la nascita e il successo di Microsoft) al Commodore 64 e allo ZX Spectrum.
Responsabili dell’allestimento e della creazione di questo viaggio nella storia, sono Massimo Temporelli e Cecilia Botta, della BasicNet, azienda proprietaria del marchio K-Way (oltre che di Superga, Kappa e dei jeans Jesus). «Il computer, quando è diventato “personal”, ha influito tantissimo sulla vita della gente: ha cambiato il mondo di lavorare, di studiare, di passare il tempo libero – spiegano i due -. Per questo abbiamo voluto pensare ad una cosa non solo dedicata agli esperti o anche ai semplici appassionati, ma rivolta a tutti. Abbiamo messo in mostra come queste macchine sono cambiate negli anni, perché, infondo, proprio loro, cambiando, hanno mutato il modo stesso in cui tutti noi ci rapportiamo al mondo che ci circonda».
Ma l’originalità di questa “gallery” è soprattutto la sua location: un negozio di una delle più importanti aziende italiane nel campo dello stile e dell’abbigliamento. «La paternità di quest’idea – proseguono i due – è di Marco Boglione, presidente di BasicNet. I pezzi esposti provengono dalla sua collezione privata». Un’idea che dice come un’impresa – anche in questo periodo difficile per l’economia – possa non rinunciare a svolgere un ruolo che va al di là della produzione e della commercializzazione, per inserirsi a pieno titolo nell’ambito della promozione e divulgazione culturale.
Dopo Torino, la mostra sarà a Firenze a Pitti Uomo, dal 14 al 17 giugno.
