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Facebook promette “maggiori controlli e supervisione” nei Trending Topics, funzione che secondo i conservatori statunitensi presenta un pregiudizio politico sistematico, sopprimendo notizie, articoli e riferimenti a siti della destra americana. John Thune, senatore a capo della commissione Commercio del Senato americano, a maggio di quest’anno aveva chiesto chiarimenti. La polemica nasce da un articolo di Gizmodo nel quale si affermava che non era un algoritmo a decidere gli articoli da evidenziare ma un staff ad hoc responsabile che escludeva volontariamente quelli di stampo repubblicano.
I trending topics facevano in parte riferimento a feed RSS di media quali The New York Times, BBC News, Drudge Report, Huffington Post, Fox News, Guardian, NBC News, Usa Today, Wall Street Journal, Washington Post e BuzzFeed News. Nella lettera di risposta al senatore, Facebook ammette che a determinare il flusso non è solo un algoritmo ma anche un gruppo di persone.
Da una inchiesta interna non sarebbe ad ogni modo emersa “alcuna prova di un pregiudizio politico sistematico nella selezione o importanza delle storie” ma sono state ad ogni modo promesse una serie di misure che prevedono “maggiori controlli e supervisione” sul team. Il team, spiega Facebook, è composto da contractor assunti e supervisionati da Accenture che a loro volta rendono conto a dipendenti a tempo pieno di Facebook.
Facebook non esclude l’errore: “Come c’è da aspettarsi nelle inchieste di questo tipo, la nostra indagine non si possono escludere azioni isolate non opportune o pregiudizi involontari nell’implementazione delle linee guida o politiche”; “come parte del nostro impegno a migliorare continuamente i nostri prodotti e minimizzare il rischio laddove il giudizio umano è coinvolto, elimineremo la nostra dipendenza da siti esterni e gruppi media per identificare, convalidare o determinare l’importanza dei trending topics. Questo vuol dire che smetteremo di usare i 10 principali organi di informazione” oltre a migliaia di fonti su cui il gruppo si basava per identificare le notizie.
Facebook ribadisce che “sopprimere contenuti politici o impedire alle persone di vedere ciò che conta per loro” è “direttamente contrario alla missione e agli obiettivi” del suo business. Spiega che non è vero che vi siano stati tentativi di censura nei confronti di Ted Cruz, Rand Paul, Mitt Romney e Scott Walke; “al contrario”, si legge nella lettera, “topics legati a ognuna di queste figure sono stati accettati come trending topics decine di volte”, non mettendo però a confronto i numeri con quelli dei politici democratici.