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Il vecchio è sempre più meglio del nuovo. Non è una frase sgrammaticata, ma un modo chiaro per descrivere la condizione in cui si trova il mondo Android dove, nonostante i tentativi di Google di incrementare il tasso di aggiornamento dei telefoni Android alla versione del sistema operativo più recente disponibile, Android Marshmallow è riuscito nella difficile impresa di fare peggio del suo predecessore Lollipop accentuando un trend che pare non esserci verso di invertire.
Secondo i dati rilevati direttamente da Google lo scorso 2 maggio, Marshmallow è oggi installato solo sul 7.5 per cento dei dispositivi Android dotati di Google Play Store (ovvero i dispositivi che usano la versione ufficiale di Android). Un dato inferiore rispetto allo scorso anno, quando i dati al 4 maggio 2015 davano Lollipop (al tempo l’ultima versione rilasciata di Android) al 9.7 per cento.
La lentezza negli aggiornamenti ha portato quindi ad un generico invecchiamento delle versioni dei sistemi operativi Android diffusi nel mondo: oggi ben il 24.4 per cento dei dispositivi Android nelle tasche degli utenti è equipaggiato con un sistema operativo vecchio di circa quattro anni.
Nel complesso la percentuale di dispositivi ancora ancorati a Jelly Bean o versioni più vecchie è diminuita dal 2015 al 2016, ma in termini assoluti i dispositivi Android equipaggiati con versioni del sistema operativo più vecchia stanno gradatamente aumentando anno su anno.
I dati evidenziano il fallimento non solo di Google ma di Android Marshmallow stesso, versione che aveva fra i principali obbiettivi da una parte proprio quello di favorire l’aggiornamento dei dispositivi meno potenti e performanti, dall’altra quello di aumentare la base di nuove attivazioni attraverso il progetto Android One, pensato per i mercati emergenti ma mai decollato nella realtà, tanto da essere stato praticamente ritirato da Google.
In concreto ora Big G si trova a dover affrontare non solo il problema della frammentazione del suo sistema operativo, ma anche quello dell’obsolescenza dei dispositivi Android, il cui tasso di aggiornamento alle nuove versione diventa sempre più critico anno dopo anno.
La conseguenza è che per Google sarà sempre più difficile riuscire a diffondere sul mercato funzionalità strategiche che non possono essere incluse semplicemente nell’aggiornamento di una app ma devono essere parte integrante del sistema operativo.