Sul palco del Google I/O appena conclusosi, David Singleton ha presentato una prima demo di Android Wear 2.0, che promette di rivoluzionare i sistemi operativi da polso, trasformando di fatto l’indossabile in una periferica completamente autonomia, anche senza smartphone collegato. Per raggiungere lo scopo, Google ha intenzione, tra le altre cose, di portare una tastiera virtuale sui piccoli schermi degli smartwatch.
Tra le priorità di Android Wear 2.0 le watchfaces, che beneficeranno di un potenziamento non indifferente, potendo restituire all’utente maggiori informazioni sul fitness e le attività fisiche dell’utente, anche grazie a nuovi elementi presenti a schermo, che potrebbero somigliare alle complicazioni di Apple Watch.
Al di là delle nuove watchfaces, Google sta studiando il modo per rendere gli smartwatch più autonomi possibile, soprattutto nel caso in cui l’indossabile possa accogliere una scheda SIM. Per questo, su Android Wear 2.0 sarà implementata una tastiera completa, anche se ovviamente risposte più rapide e veloci potranno essere inviate tramite un sistema di scrittura a mano libera.
Ancora, sul fronte di fitness, Android Wear 2.0 diverrà un vero e proprio “personal coach”, in grado di riconoscere automaticamente le attività fisiche poste in essere dall’utente durante l’arco della giornata. Del resto, si tratta di una caratteristica già presente da lungo tempo in indossabili della serie Fitbit. Non solo, dunque, maggiormente orientato al fitness, ma anche in grado di anticipare i bisogni dell’utente: avviando, ad esempio, un’app per il tracciamento della corsa, Android Wear potrà aprire applicazioni come Spotify, così da offrire riproduzione musicale all’utente durante il jogging, senza necessità di dover richiamare l’app da smartphone.
Nessuna data di rilascio, però, è stata comunicata durante la manifestazione.