Un’app e una piattaforma sul web per creare un filo diretto tra medico e paziente; una serie di domande pre-impostate per facilitare la descrizione del problema; la possibilità di segnalare in tempo reale al medico gli eventi avversi e i problemi di adesione alla terapia. Passa anche attraverso smartphone e computer la lotta al tumore al polmone, il big killer, prima causa di morte negli Stati Uniti, che ogni anno fa registrare oltre 400.000 casi in Europa e circa 41.000 in Italia.
Da oggi, i pazienti con adenocarcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazione EGFR in terapia con farmaci biologici possono usufruire di un canale digitale diretto per mettersi in contatto con il medico e aggiornarlo sulla gestione della terapia: a offrirlo, il servizio IPM – Improving Patient Management, messo a punto da DOT grazie ad un contributo incondizionato di Roche.
Nel tumore del polmone la sopravvivenza a 5 anni è moderatamente aumentata dai primi anni ’90 alla fine del decennio 2000, passando dal 10% al 14% negli uomini e dal 12% al 18% nelle donne (fonte: I numeri del cancro in Italia, 2015). Le terapie biologiche a somministrazione orale hanno rivoluzionato in modo radicale la sopravvivenza, la qualità di vita e lo stesso modo di curare i pazienti. I farmaci biologici colpiscono in modo mirato il bersaglio molecolare bloccando, nel caso dell’adenocarcinoma non a piccole cellule con mutazione EGFR, il fattore di crescita attraverso la tirosinchinasi, portando ad un aumento della sopravvivenza in questo sottogruppo di pazienti.
Questi farmaci possono essere ritirati presso il Centro di cura e assunti a domicilio dal paziente e questo vantaggio, diradando la frequenza dei contatti con lo specialista, potrebbe rappresentare un problema dal punto di vista del monitoraggio degli effetti collaterali con tutti i rischi connessi, dall’interruzione arbitraria delle terapie al peggioramento della qualità di vita. Ed è qui che arriva in aiuto la tecnologia.
«Mentre nell’era della chemioterapia questi pazienti erano sottoposti a controlli piuttosto frequenti, con le terapie orali gli accessi in ospedale si riducono – dichiara Filippo de Marinis, Direttore dell’Oncologia Toracica all’IRCCS Istituto Europeo di Oncologia di Milano – questo comporta che la segnalazione degli eventi avversi non sia adeguata e di conseguenza la gravità della tossicità legata ai farmaci inibitori delle tirosinchinasi (EGFR-TKI) orali può essere trascurata. La possibilità di avere a disposizione un sistema applicativo, da utilizzare in modo semplice con uno smartphone o dal computer, è vantaggioso per il paziente e per il medico. È sufficiente che il paziente invii un messaggio e una foto per avere un consulto e un intervento efficace».
La piattaforma IPM consiste in un sistema multicanale, con un’app disponibile per i dispositivi mobili iOS e Android, smartphone e tablet, scaricabile da App Store e Google Play, e una piattaforma online sempre accessibile da web browser. Gli obiettivi del servizio sono rivolti a migliorare la qualità di vita del paziente attraverso una rapida gestione degli eventi avversi e l’aderenza ai trattamenti con la precoce e tempestiva segnalazione e gestione delle tossicità da inibitori delle tirosinchinasi.
“Il medico riceve la segnalazione del paziente in tempo reale e con una serie di funzioni inserite nella piattaforma può programmare il suo intervento gestendo al meglio la situazione” – spiega Luca Morelli, Amministratore Delegato DOT; “un ulteriore valore aggiunto di IPM è la modalità con cui il paziente può inviare la segnalazione: con un messaggio di tipo testuale, al quale può allegare immagini, o tramite un video-messaggio”.