L’accesso a Facebook e Twitter è proibito in Cina. Qualche settimana addietro il governo ha imposto, a soli sei mesi dal loro lancio, anche la chiusura di iBooks Store e iTunes Movies Store di Apple. Ultima mossa, è l’annuncio che dal 7 giugno nel Paese il portale MSN, sarà chiuso. Microsoft dice di essere sempre impegnata sul mercato cinese, offrendo prodotti quali Windows 10, i servizi cloud e ospitando il più grande centro di sviluppo all’infuori degli USA.
La multinazionale di Redmond non ha fornito indicazioni sul perché il portale chiude, ma da febbraio di quest’anno è fatto divieto a tutte le aziende straniere o a partecipazione straniera di pubblicare direttamente nuovi contenuti online. Il regolamento, in vigore da marzo, ha come oggetto “lavori creativi” incluse opere originali o adattamenti, impone ai governi locali di monitorare tutti gli editori online e prevede la supervisione su base annuale. La ragione appare piuttosto intuibile: il governo cinese non vuole che opere dell’ingegno contrarie ai principi che regolano il sistema, raggiungano i cittadini del paese.
A breve il CEO di Apple sarà in Cina per incontrare rappresentanti del governo ma molte altre aziende USA sono sottoposte a pressioni affinché ottemperino alle normative e applichino la censura per la rete internet del Paese. Microsoft ha perso terreno rispetto a operatori locali quali Sina (un social che funziona con meccanismi simili a Twitter) e Sohu, motore di ricerca locale di proprietà dell’omonimo gruppo cinese.
Microsoft è strettamente legata anche allo statale Electronics Technology Group a supporto delle configurazioni, distribuzione e manutenzione delle versioni localizzate di Windows 10 per gli utenti, le istituzioni governative cinesi e infrastrutture critiche di una serie di imprese statali al punto che il motore di ricerca di default nel browser Edge di Windows 10 diventerà Baidu.com. Nel 2014 gli uffici di Microsoft a Pechino furono perquisiti in seguito all’avvio di un’inchiesta “anti-monopolio” che l’azienda avrebbe operato nel paese. Secondo la Saic, l’amministrazione statale per l’industria e il commercio, l’azienda USA non avrebbe fornito informazioni sui suoi software intralciando la compatibilità con altri supporti informatici. A maggio dello stesso anno era stata vietato l’uso di Windows 8 nei nuovi computer della pubblica amministrazione.