Non vogliamo le backdoor, abbiamo i nostri metodi per entrare nell’iPhone anche senza l’aiuto di Apple. Questo il sunto di quanto dichiarato dal ministro indiano delle telecomunicazioni Ravi Shankar Prasad che, in una intervista riportata dall’India Times, spiega di aver sviluppato uno strumento per comunicare con i dispositivi mobili, tra cui gli smartphone di Apple.
«Tutti gli smartphone integrano sistemi di crittografia per proteggere le comunicazioni ed i dati in essi contenuti. Queste tecnologie pongono costantemente delle vere e proprie sfide per le forze dell’ordine di tutto il mondo, tra cui l’India» aggiunge Prasad a commento dell’attuale vicenda dell’iPhone di San Bernardino, spiegando di aver preso atto delle notizie che si sono susseguite nel corso delle ultime settimane.
«Sostenuta da Google, Facebook e tutti gli altri giganti della tecnologia, Apple si è opposta alla collaborazione che l’FBI stava cercando di ottenere con la forza, per il semplice fatto che quello che le si chiedeva avrebbe compromesso la sicurezza digitale e la privacy» ricorda Prasad, spiegando che queste aziende tuttavia collaborano regolarmente con i vari governi per trovare una soluzione che abbracci tutte le esigenze del paese senza dimenticarsi della sicurezza dei dispositivi.
«Ricerca e sviluppo in questo settore vanno mantenute costanti, aggiornando strumenti e tecnologie ogni qual volta viene lanciato un nuovo dispositivo o un nuovo software». E’ per questo che l’India sarebbe riuscita a svilupparne uno in grado di “entrare” anche negli iPhone qualora se ne presentasse la necessità. «Le backdoor non sono necessarie e siamo contro una loro introduzione negli smartphone» conclude, mostrando interesse nel ridurre al minimo i rischi di violazione di sicurezza e privacy dei dispositivi elettronici da parte di malintenzionati.