Susan Bennett, la donna che negli USA dà la voce a Siri, non usa l’assistente vocale di Apple. ”È troppo assurdo” ha detto in una recente intervista dove dichiara di usare molti prodotti Apple. “La mia voce è stata usata in pubblicità per la TV, la radio e cose del genere” ma ascoltare la mia stessa voce venire fuori da questo computer-telefono è troppo strano”.
Come già spiegato altre volte, la Bennett dice che è nel settore delle registrazioni vocali da anni; non ha mai cercato fama e si è ritrovata di colpo a diventare “famosa” per la sua voce. Susan sa che il nome “Siri” ha origini norvegesi e che significa “bellissimo e vittorioso consigliere” ma lei la immagina come una ragazza un po’ rompiscatole che dà qualche consiglio.
La Bennett racconta ancora una volta che quando fu contattata per lavorare su Siri non sapeva bene di cosa si stessa occupando. Sostanzialmente il suo lavoro è stato di limitarsi a creare il database con le parole principali che permettono all’assistente di interagire con l’utente. Le registrazioni sono state eseguite per tutto il mese di luglio del 2005, quattro ore al giorno, cinque giorni a settimane. All’epoca lavorava per un’azienda che si occupava di messaggistica in attesa, le comunicazioni che vengono riprodotte, ad esempio, da alcuni centralini nell’attesa di essere passati da un reparto all’altro. Il lavoro su Siri è stato qualcosa di nuovo, interessante. Sono state registrate singole parole e frasi che a lei sembravano strambe, con l’intento di creare varie combinazioni possibili di risposte. “Immaginavo che avessero a che fare con un sistema telefonico, ma non avevo idea che sarebbero state ascoltate da milioni di persone su milioni di dispositivi”.
Il 4 ottobre 2011 si è resa conto che la gente cominciava a riconoscerla (“Sei tu la voce del nuovo iPhone, vero?”) e visitando il sito Apple ha pensato: “Oh, mio Dio, Sono io!”. “Ero un po’ atterrita perché non me l’avevano detto ed è stata una grande sorpresa. D’altra parte, ero molto lusingata: nella nostra casa regnano i prodotti Apple”.
La donna spiega ancora che dal punto di vista legale l’operazione è stata complessa, probabilmente riferendosi al fatto che ha dovuto firmare accordi di non divulgazione e simili. Non dice quanti anni ha ma è più vecchia di quanto la gente pensi. “È un dato pubblicamente noto ma non voglio parlarne” dice scherzando; “mi piacerebbe dire 104 anni ma sono davvero in forma per la mia età”.
Raramente succede che riconoscono la sua voce ma l’ultima volta è successo poco prima dell’intervista. “Ragazzi, la tua voce mi sembra così familiare” gli ha detto qualcuno al telefono. Ovviamente il suo tipico modo di parlare è diverso dalle fredde e asettiche impostazioni dell’assistente, ha un tono di voce un po’ più alto di quello usato per Siri. Una volta, a Halloween, un ragazzino alla porta gli ha detto: “Ehi, il vicino mi ha detto che sei Siri!”, ho confermato ma il ragazzino poco convinto ha detto: “La tua voce non sembra quella di Siri”. Ho risposto cambiando tonalità di voce (simulando quella dell’assistente Apple), dicendo: “Cosa ne dici adesso?”.
Siri ha ad ogni modo cambiato un po’ la vita della Bennett. Da persona introversa si è trovata a diventare “famosa”, una variazione improvvisa della sua vita. Il conduttore televisivo David Letterman la voleva per registrare una gag in un suo show, lei ma ha preferito registrare da casa ma lui ha fatto sapere di essersi divertito molto. È appara anche nello show della cantante, attrice e presentatrice Queen Latifah e anche in questo caso dice di essersi divertita.
Il consiglio che Susan Bennet dà a tutti? “Siri è grandiosa ma ricordate che non è umana. Non dimenticate di parlare con le persone che preferite!”.