La frammentazione e la pigrizia ad aggiornare il sistema operativo è uno dei problemi storici e anche Android Marshmallow non si smentisce. In 12 mesi, è stato lanciato nel maggio dello scorso anno, ha raggiunto appena il 7.5 per cento dei terminali sul mercato tra quelli che hanno accesso al Google Play Store.
Ancora una volta sotto accusa sono i produttori, che sembrano impegnarsi poco o nulla per garantire gli aggiornamenti ai loro smartphone, e questo avviene non solo per dispositivi di fascia bassa ma anche smartphone di punta. Con molta probabilità la maggior parte dei dispositivi Android sul mercato oggi non vedrà mai un aggiornamento e non potrà usufruire di molte funzionalità introdotte dall’ultima versione di Android. Senza contare che fra qualche settimana Google potrebbe presentare ufficialmente il nuovo Android N; a quel punto anche i nuovi terminali dotati di Android Marshmallow saranno sostanzialmente già “vecchi” e molti potrebbero andare nelle mani dei clienti dopo il rilascio della nuova versione
Questa situazione è un problema soprattutto per Google che fatica ad introdurre nuovi servizi per la necessità di mantenere il supporto di sistemi operativi molto vecchi. Basti pensare che ancora oggi l’OS più utilizzato è Lollipop rilasciato nel 2014 e il secondo KitKat, presentato nel settembre del 2013. Come dire che quasi il 70% di chi usa Android h un sistema operativo vecchio di almeno due anni.
A pagare il conto sono anche gli sviluppatori che da una parte non possono seguire con facilità il trend imposto dagli aggiornamenti del sistema operativo e dall’altra devono, con dispendio di soldi e di tempo, mantenere compatibilità con sistemi operativi molto vecchi se vogliono avere una vasta base di utenza.
La situazione per Apple è radicalmente differente. Cupertino ha una grande capacità di convincere i suoi fan a passare alle versioni più recenti: l’adozione all’ultima versione è pari a circa il 79 per cento, un numero destinato solo ad incrementare non appena Apple rivelerà le ultime statistiche.