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Apple stringe la vite sugli sviluppatori che barano con app e recensioni

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Apple ha deciso di stringere il cerchio intorno ad alcune pratiche esecrabili che continuano ad essere perseguite da alcuni sviluppatori. In particolare a Cupertino si dice ora ancora più esplicitamente di quanto non fosse stato fatto fino ad oggi, che è proibito presentare false recensioni, copiare il lavoro di altri sviluppatori e sottrarre informazioni personali ai propri utenti, comportamenti tutti non leciti fin dal lancio di App Store, ma che ora lo diventano in maniera molto più chiara e netta.

L’esplicito divieto a «barare ingannando il sistema» pena «la rimozione dell’app e l’espulsione dal programma di sviluppo», appare ora in testa alle linee guida per gli sviluppatori, in uno dei punti cardine del documento che descrive il processo di revisione della applicazioni di cui oggi, come nota Macrumors, è stata prodotta una variante.

La raccomandazione a non rubare il lavoro di altri sviluppatori è argomento di attualità; nei giorni scorsi ricordiamo che su Mac App Store era apparso un gioco che più che un plagio era una vera copia di un precedente titolo. Apple ha impiegato diversi giorni ad accorgersi dell’incidente, ma intanto i creatori del gioco originale ci hanno rimesse un buon numero di vendite.

La sottrazione di dati e informazioni personali è sicuramente il frutto delle accuse piovute sulla testa di numerose apps (non solo di App Store ma anche di Android Market) in conseguenza di un servizio del Wall Street Journal.

Per quanto riguarda le false recensioni non esiste un caso specifico, ma un malcostume dilagante. Basta scorrere, tra gli altri, anche l’App Store Italiano per trovare programmi con una decina o anche una ventina di giudizi a “cinque stelle”  di utenti che, stranamente, si precipitano a recensire (solitamente con poche parole e giudizi estremamente generici anche se sempre entusiasti) l’app entro poche ore se non pochi minuti dal suo rilascio e, ancora più stranamente, fanno la stessa cosa con tutte le app dello stesso sviluppatore, salvo poi “punire” (con giustificazioni sempre generiche e fumose) con una sola stella le app di uno sviluppatore concorrente. Questo determina un evidente distorsione del sistema di valutazione e incrementa (o decrementa) la visibilità e la percezione della qualità di un’applicazione, rendendo tutto il sistema meno affidabile e meno credibile.

Apple, nel contesto dello stesso documento, ha anche chiarito che le app che sono semplici canzoni o film devono essere sottoposte ad iTunes store e che app che restringono gli utilizzatori sulla base del paese o dell’operatore saranno respinte. Cupertino dice anche che tutte le applicazioni nella cui descrizione si dice di riavviare il dispositivo prima di lanciarle sono passibili di espulsione da App Store e che ciascun URL incluso in esse (come quelli di supporto) devono essere attivi.

Le app che fanno uso dei servizi di locazione devono essere funzionali allo scopo del programma o supportare la linea che impone di avvertire l’utente.

Viene specificato quanto annunciato oggi con un comunicato per quanto riguarda le applicazioni che danno fruizione a riviste, giornali, libri, audio, musica, video ecc. È possibile sottoporle alla revisione, ma se lo sviluppatore vende un abbonamento fuori dall’app, sarà necessario che questa sia offerto anche dall’interno dell’app; è proibito usare un bottone che spinge ad acquistare l’abbonamento o il contenuto fuori dall’applicazione

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