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Mini recensione iPad Pro 9,7, prime impressioni

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Sembra ieri che abbiamo aperto la confezione dell’iPad Pro 12,9, il “gigante buono”. Tablet ultrapotente, tastiera innovativa (seppure ancora solo con layout inglese) e tanto da fare. Scrivevamo: «La prima cosa che appare evidente dell’iPad Pro è che, nonostante la tastiera sia spessa solo pochi millimetri, si tratta di un apparecchio dalle dimensioni decisamente “importanti”». Questo è vero per il modello 12,9 pollici ma non è più vero per la versione da 9,7 pollici. Che sembra unire il meglio di due mondi: processore maiuscolo, schermo da favola, audio senza compromessi e dimensioni più che ragionevoli.

In attesa di una recensione completa (che trovate qui), abbiamo deciso di svolgere un test rapido, per ricavare le prime impressione. Per questo ci siamo messi al lavoro di buona lena, facendo partire l’iPad Pro 9,7 a mezzogiorno e mezzo del giorno stesso in cui l’abbiamo ricevuto. Abbiamo scelto di creare una installazione nuova con il meglio di quello che abbiamo usato finora su iPad, aggiungendo anche le app ottimizzate per l’Apple Pencil e per un processore così performante. Ci siamo fidati della connessione in fibra di casa e della potenza del cloud di Apple e del suo app store. Anziché scegliere la strada semplice della clonazione dell’iPad Air 2 (che presto saluteremo), abbiamo preferito la strada nuova proprio perché l’idea del “senza fili” fa parte secondo chi scrive della filosofia di questo apparecchio.

Il processo non è stato breve, ma prima di cena abbiamo finito. Sei ore circa per movimentare una cinquantina di giga. La cosa più comeplessa in questo tipo di migrazione sostanzialmente è dover ripetere tutti i settaggi della macchina, le configurazioni per ogni singola app e per ogni singolo pannello delle preferenze di sistema.

Visto che il modello in prova per Macity è quello WiFi+LTE con 256GB di memoria, abbiamo deciso per questa volta di rendere disponibile tutte le foto archiviate su iCloud anche su iPad in dimensione piena. Si tratta di un paio di decine di giga di immagini (chi scrive paga meno di tre euro al mese per avere 200 GB di spazio su iCloud, in maniera di poter gestire backup, posta, archiviazione foto, documenti e altro ancora senza affanni e always-on oltre che sempre sotto backup di Apple: consigliato a tutti quelli che per scelta fanno centro sui prodotti Apple) e questo ha richiesto decisamente del tempo.

vista frontale recensione iPad Pro 9,7
vista frontale

Chi scrive ha visto nel tempo complicarsi le migrazioni da un apparecchio Apple a un altro. Nelle prove dei Mac di un decennio fa era possibile mettere in target mode uno dei due Mac e clonare il disco rigido dell’altro senza conseguenze: bei tempi. Oggi è necessario come detto passare un pomeriggio a monitorare l’avanzamento e configurare passo dopo passo le varie app. Speriamo che Phil Schiller trovi una soluzione migliore.

Cose importanti da sapere sulla tastiera del nuovo iPad Pro 9,7

Ci sono alcune cose che ci hanno colpito. La prima, e forse quella che abbiamo potuto provare più a lungo, è la Smark Keyboard. Si tratta concettualmente dello stesso tipo di tastiera che avevamo usato per andare negli Stati Uniti alcuni mesi fa con l’iPad Pro da 12,9 pollici e che abbiamo provato qui. Solo più piccola. E per più piccola, come già sottolineato nella prima presa di contatto dell’unpacking, si intende “decisamente più piccola”. Ha gli stessi difetti dell’altra (tasti non retroilluminati, layout americano anche se questa volta Apple ci ha detto con convinzione che il layout italiano insieme a vari altri è in preparazione e uscirà presto, magari prima dell’estate) e gli stessi pregi (impermeabilità, tasti molto buoni come flessibilità e precisione del tocco).

Il layout americano è una sofferenza, ovviamente, e così pure il fatto che i tasti siano più piccoli. Al primo punto si ovvia solo (in attesa appunto del layout italiano) rimappando la tastiera con la lingua italiana, iPad lo fa automaticamente sulla base della lingua di sistema (bisogna avere già l’abitudine a scrivere senza bisogno di guardare i tasti). Il secondo punto è aiutato dal fatto che questa tastiera è molto precisa e comoda. Chi scrive non ha trovato alcun problema dal primo minuto. Rimangono ovviamente le problematiche legate al fatto che la tastiera ha una sola posizone e quindi non è regolabile, e che la base di appoggio per quanto salda e tenuta assieme in maniera ingegnosa dai magneti di Apple, è comunque sbilanciata e rende molto difficile scrivere su appoggi di fortuna come le ginocchia. Ci si riesce ma diventa tutto più scomodo. Il livello di errori di battitura è stato comunque bassissimo (come si può vedere leggendo anche questo articolo, scritto con il nuovo Ulysses su iPad Pro 9,7 con tastiera Apple).

vista laterale
vista laterale

Per confronto abbiamo fatto alcune foto con l’ottima tastiera di Logitech dell’iPad Air 2. Una tastiera più ingombrante ma a nostro avviso la migliore su mercato per quella generazione di iPad. I tasti di quel supporto di scrittura sono sicuramente meglio formati, con un layout differente da quello pensato da Apple (ci sono anche i tasti funzione per il volume, suonare la musica, il tasto Esc che fa da tasto home) e una forma di tasti a isola con meccanismo di scrittura probabilmente più famigliare alla maggior parte degli utenti Apple, soprattutto degli utenti Macbook.

Abbiamo anche fatto di più: abbiamo sostituito il nuovo iPad Pro 9,7 (con cornice bianca) mettendolo al posto dell’iPad Air 2 (con cornice nera) dentro la tastiera Logitech. C’è voluto un po’ di sforzo perché è leggermente più alto: si inserisce a mo’ di slitta e fa fatica a passare in corrispondenza del tasto di accensione. Una volta messo e fatto il pairing con l’iPad, però, ovviamente la tastiera funziona perfettamente.

Abbiamo voluto fare questa prova per vedere se in effetti, come dice Apple che sconsiglia di utilizzare gli accessori del “vecchio” iPad Air sui nuovi iPad Pro, è impossibile. Abbiamo visto che, in questo caso, impossibille non lo è però è sconsigliabile. La fotocamera (sporgente) è nel posto giusto ma non il flash. Il profilo entra nella slitta ma si sforza in corrispondenza del tasto di accensione. Insomma, anche noi siamo dell’idea che per quanto si possa sia meglio non provarci.

Altre cose viste durenta le prime ore di uso

Tra le prime cose a saltare all’occhio poi è la resa del nuovo display, che ha la possibilità di usare la nuova modalità di adattamento dinamico alla luce ambientale cambiando temperatura e punto di bianco dei colori. Attivando e disattivando la modalità (che solo questo modello di iPad per adesso possiede) ci si rende conto della differenza. Ottima impressione.

Ottima impressione anche per quanto riguarda la parte audio. La resa acustica delle quattro casse che sostituiscono il precedente sistema stereo montato su un solo lato degli iPad, così come ha fatto l’iPad Pro “grande”, è impressionante. Si può anche qui guardare un film senza problemi e anche rallegrare una serata con gli amici mettendo su musica in sottofondo con ottima resa. Non è una boom box né un impianto da discoteca, ma si sente per tutta una sala anche abbastanza grande e con molte persone che parlano. Lo abbiamo provato in un bar di amici piuttosto rumoroso con una trentina di avventori durante l’ora dell’aperitivo: l’iPad Pro ha fatto le veci dell’impianto locale di musica chill out per dieci minuti senza che nessuno si accorgesse della differenza.

le stampe sul retro
le stampe sul retro

Possiamo dire meno per quanto riguarda il processore e la resa della batteria, dato che ci vorrà qualche giorno di prova e un po’ di app “pesanti”, inclusi giochi, per vedere cosa succede. Tutte le prove dei prodotti Apple degli ultimi quindici anni hanno sempre reso molto dopo un po’ di tempo: la filosofia Apple, il suo ecosistema e la cura nella realizzazione dei suoi prodotti e delle sue tecnologie richiede un po’ di tempo per essere apprezzata sino in fondo.

Invece, per concludere, abbiamo lavorato un po’ anche con Apple Pencil, che già conosciamo bene e abbiamo imparato ad apprezzare su iPad Pro 12,9. Qui non solo funziona molto bene, in maniera sostanzialmente analoga verrebbe da dire, ma è ancora più funzionale. App come l’ottima Good Note 4, che permette di scrivere e fare riconoscimento della scrittura in varie lingue con un buon grado di precisione trasformano l’iPad Pro 9,7 in un bloc notes di dimensioni adeguate alla portabilità di cui si ha bisogno. A differenza del Gigante Buono, che spesso restava a casa perché troppo ingombrante, questo nuovo apparecchio con un sacco di “grunt”, come lo ha definito Phil Schiller (di forza bruta), colpisce subito per la sua flessibilità e portabilità.

In conclusione

Dopo poco più di sette-otto ore di prova, una prima presa di contatto con il nuovo apparecchio, siamo ben lontani dal poter dare giudizi. Non abbiamo neanche dimezzato la batteria, figuriamoci se possiamo pensare di aver capito come va il nuovo iPad Pro 9,7.

Alcune cose però appaiono chiare. La tastiera è ben fatta e si integra perfettamente con l’apparecchio: ci immaginiamo senza problemi a usarla nei prossimi mesi tutti i giorni, senza staccarla dall’iPad, grazie anche al suo profilo veramente limitato e ben studiato. In un certo senso, nonostante i tasti più piccoli e lo scomodo layout straniero, è meglio riuscita della sua sorella maggiore per iPad Pro 12,9.

Lo schermo e l’audio sono maiuscoli. La resa è notevole, i riflessi paiono veramente limitati, la gamma dei colori è impressionate, vedremo di mettere alla prova la funzione True Tone nei prossimi giorni in contesti luminosi diversi per vedere se il passaggio della temperatura del colore è così significativo.

Ci sono alcune app, segnatamente Ulysses, che si impuntano e il sistema a tratti perde di capacità di risposta. In fase di installazione di app e download di dati non è una cosa troppo strana: servono un paio di giorni per capire se si tratta di problemi che si ripetono oppure di “colpi di singhiozzo” isolati e che non si ripetono. Apple aveva avuto problemi con la prima versione della sua tastiera per iPad Pro grande, forse la stessa cosa si sta ripetendo anche adesso, o forse si tratta solo di troppi gigabyte di dati scaricati in background. (Edit: in realtà dopo due giorni il team di The Soulmen ha aggiornato Ulysses alla versione 2.5.1, una “stability release” che risolve vari piccoli problemi di stabilità dell’app inclusi i crash che avevamo notato con l’incolpevole iPad Pro 9,7).

Questo apparecchio WiFi+LTE ha anche la sim virtuale di Apple (ne parliamo qui). Compare quindi TIM (l’operatore della sim installata che precedentemente era usata sull’iPad Air 2 e poi sull’iPad Pro 12,9 con buona soddisfazione) e la possibilità di selezionare un altro operatore. In questo caso la sim virtuale di Apple è inserita dentro l’iPad sotto forma di chip saldato e permette di selezionare un paio di operatori internazionali più quei (pochi purtroppo) che hanno aderito fino ad ora all’iniziativa di Apple. Si tratta di AT&T negli Usa, EEE in Gran Bretagna e poco altro, oltre a AlwaysOnline e GigSky.

Alla prima occasione nella quale andremo all’estero proveremo il nuovo sistema. La logica è che con questo iPad, senza bisogno di estrarre la nostra sim italiana o attivare il roaming all’estero, è possibile selezionare una opzione di contratto da un altro operatore tra quelli previsti e connettersi con quello. I piani prepagati (si usa la propria carta di credito e non l’account iTunes o Apple Pay) consentono di avere accesso ai dati per un’ora, un giorno, alcuni giorni. Ovviamente non sono piani convenienti da usare in Italia, ma appunto per viaggi all’estero potrebbero essere una grande comodità.

Torneremo a parlare più diffusamente di iPad Pro 9,7 tra qualche giorno, e poi faremo la nostra classica prova su strada. Per adesso, la prima impressione è positiva.

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