La Jackling House, la controversa e poco amata casa sulle colline di Woodside (California) che Steve Jobs aveva comprato nel 1984 passando anni dopo tempo ed energie per cercare di buttarla giù, è destinata a finire, almeno in parte, in un museo.
La vicenda è nota. Jobs si era battuto per demolirla, bloccato da alcuni locali gruppi per la conservazione di edifici dal presunto valore storico, Il co-fondatore di Apple riuscì a ottenere il permesso di demolizione nel 2010 per fare spazio a una nuova casa. Nonostante i gruppi locali abbiano perso la loro battaglia, non si sono dati del tutto per vinti; al posto della dimora arriverà una nuova casa (Laurene Powell Jobs ha presentato un progetto specifico) ma i vecchi cimeli “storici” presenti all’interno saranno conservati come souvenir in un museo e chissà, forse presentati come gli “oggetti della casa che Steve Jobs odiava”.
Jobs aveva acquistato la dimora fatiscente e isolata con l’idea di sistemarla per crescere i figli in una posizione meno defilata, non troppo lontana dal centro di Palo Alto. Costruita nel 1925, la magione da 14 stanze era stata a suo tempo commissionata da Daniel Cowan Jackling, un barone proprietario di una miniera di rame. La progettazione era stata affidata a uno degli architetti più noti dell’epoca, George Washington Smith, con l’idea di creare una dimora in stile coloniale spagnolo.
Nella dimora in questione Jobs ha passato alcuni dei suoi momenti più bui (era stato da poco cacciato da Apple), ma è stato anche il luogo che ha contribuito alla sua rinascita (la creazione di NeXT) e dove ha formato la sua nuova famiglia. È qui che Jobs e consorte avrebbero voluto vivere il resto della loro vita, passando il tempo a coltivare frutta e verdura ed è qui che son state scattate alcune delle più note foto del Jobs giovane, ma già affermato.
Dick Tagg, attivista e volontario di Woodside, poche settimane prima della demolizione ha salvato insieme con altri volontari alcuni degli oggetti all’interno della Jackling House, incluso un vecchio e malandato organo a canne che era stato installato nella casa nel 1931. Altri elementi salvati dai volontari sono la cassetta delle lettere in rame, tegole, pezzi di falegnameria, caminetti, abat-jour e modanature. Il materiale sarà esposto raccontando la storia di Daniel Jackling, presentato dagli attivisti come una “importante e influente figura della prima parte del 20° secolo”.
Un lotto adiacente a nord di quello dei Jobs è quello noto come “Champagne Paddocks” acquistato nel 2000 per 50 milioni di dollari da Jim Clark, co-fondatore di Netscape. Questa proprietà è oggi in vendita per “soli” 15 milioni di dollari; l’agenzia immobiliare ha creato un filmato indicando come vicini non solo i Jobs ma altri grandi nomi della zona, incluso Larry Ellison di Oracle.
A questo indirizzo trovate una galleria fotografica della Jackling House.