Microsoft non ha tardato a reagire all’annuncio di Google concernente la volontà di abbandonare il supporto all’H.264 in Chrome. Tim Sneath, consigliere della Client Platform in Microsoft ha equipara la scelta a quella di qualcuno che oggi per comunicare sceglierebbe l’Esperanto o il Klingon. Con una lettera che dall’inizio alla fine beffeggia la decisione di Google, Sneath smonta le argomentazioni della società di Mountain View, vantando per l’Esperanto quanto Google vanta per il suo codec video. Sneath non cita mai il codec di Google ma è ovvio che è a esso che si riferisce. L’H.264 è uno dei codec più utilizzati al mondo, soprattutto nel settore dei cellulari, al punto di diventare la lingua di riferimento (“l’inglese” di cui parla Sneath) nel settore.
Ricordiamo che Microsoft non è nella questione neutrale: al pari di Apple, fa parte del consorzio MPEG-LA che detieni i brevetti sull’H.264. Bisogna però altresì ricordare che ad agosto dello scorso anno, il consorzio ha annunciato che i contenuti broadcast per la rete che utilizzano la codifica H.264 rimarranno royalty-free per l’intera durata della licenza, annullando i timori di molti relativi alle norme che potevano repentinamente consentire di richiedere il pagamento di un canone dopo il 2016, termine dopo il quale la licenza d’uso del formato, così per com’era conosciuto in passato, scadeva e doveva essere rinnovata. I termini di utilizzo restano differenti per chi utilizza il codec per la diffusione di filmati che hanno costi per l’utente finale (ad esempio Apple con Movie Rentals, NetFlix e altri distributori di video a pagamento) ma questa particolarità non è mai stata in discussione, essendo H.264 uno standard non gratuito per particolari ambiti di utilizzo.
[A cura di Mauro Notarianni]