L’ONU si schiera dalla parte di Apple: secondo l’Alto commissario per i diritti dell’Uomo sbloccando iPhone per risolvere un caso specifico si rischia di scoperchiare il vaso di Pandora, con conseguenze “Estremamente dannose per milioni di persone, anche in termini psichici e finanziari”.
Ricordiamo che ieri un consulente ONU per diritti dell’Uomo e libertà di espressione si è dichiarato pronto ad offrire aiuto e appoggio ad Apple nella disputa contro l’FBI e il governo USA. Ora però il caso dell’iPhone di San Bernardino diventa ufficialmente mondiale, con l’intervento diretto da parte delle Nazioni Unite sottoforma di comunicato rilasciato da Zeid Ràad Al Hussein Alto commissario ONU per i diritti dell’Uomo.
“Con l’obiettivo di regolare un problema di sicurezza con la decrittazione di dati in un caso ben preciso, le autorità rischiano di aprire un vaso di Pandora – dichiara l’Alto commissario ONU riportato da Repubblica, proseguendo – con implicazioni che potrebbero essere estremamente dannose per i diritti dell’Uomo di milioni di persone, comprese quelli psichici e finanziari”.
Che la disputa sull’iPhone di San Bernardino sia una questione non solo statunitense ma addirittura mondiale lo si era giù intuito dalle dichiarazioni e dal rifiuto di Tim Cook e di Apple di acconsentire alle richieste dell’FBI e del tribunale, ma soprattutto dalla grande risonanza che la vicenda e ogni minimo sviluppo stanno riscuotendo in ogni paese del mondo. Con questa comunicazione da parte dell’ONU arriva la conferma definitiva e ufficiale. Con un mercato globale, con prodotti venduti nella maggior parte dei paesi e un’economia che non conosce confini, i limiti sempre più angusti delle legislazioni e dei governi dei singoli paesi emergono con sempre più forza: questa volta vale anche per l’ultima super potenza e per una delle multinazionali più potenti e ricche del pianeta.