Sarebbero state le prospettive di business offerte dalla stretta alleanza con Apple a spingere Foxconn all’acquisto Sharp. Lo ipotizza il Wall Street Journal in alcuni articoli pubblicati a margine della notizia di accordo fatto tra il colosso giapponese e la società taiwanese che ha in Apple un referente primario.
Secondo fonti vicine a Terry Gou, proprietario di Foxconn, Apple avrebbe se non direttamente incentivato, almeno benedetto la scalata verso uno dei principali produttori al mondo di schermi detentore di tecnologie esclusive, molto utili per il futuro della Mela che è già un cliente di Sharp ed è potenzialmente la realtà che più di altre ne potrà beneficiale.
Apple sta preparando la migrazione agli OLED e in questa ottica Sharp sarebbe un fornitore chiave che consentirebbe da una parte di non dipendere da Samsung (che oggi produce il 95% degli schermi OLED) e dall’altra di diversificare i fornitori. Foxconn con nelle mani gli impianti di Sharp potrebbe lavorare fianco a fianco con Apple, cosa che invece Samsung non potrebbe fare, ed offrirsi come secondo o terzo fornitore accanto a Japan Display ed LG. Se Foxconn non fosse riuscita ad acquistare Sharp, molto probabilmente i suoi assetti sarebbero finiti nelle mani di Japan Display che è già uno di fornitori di Apple; e questo avrebbe ridotto la capacità di contrattazione di Cupertino, come fa notare Atsushi Osanai un docente della Waseda Business School, e costretto Apple a richiedere probabilmente anche l’aiuto di Samsung.
A tal proposito ricordiamo che la società di Cupertino in passato ha pompato nelle casse di Sharp grandi quantità di denaro per aiutarla a costruire nuovi impianti ad alta tecnologia. Si era anche ipotizzato che Apple potesse addirittura acquistare Sharp, magari in partnership proprio con Foxconn, per 5,3 miliardi di dollari, un’offerta che la società giapponese avrebbe faticato a rifiutare, viste le numerose difficoltà finanziare che ha dovuto affrontare negli ultimi anni.
Foxconn ovviamente non ha operato per puro spirito di collaborazione. Con Sharp l’azienda di Gou ha tra le mani una vera e propria gallina dalle uova d’oro che potrebbe incrementare enormente il suo peso nel contesto dei fornitori di Apple
Il display di iPhone è il componente attualmente più costoso da produrre (da solo rappresenta oltre il 20% dei costi complessivi) e in futuro, con la migrazione ad OLED, il suo peso diventerà ancora più rilevante. Di fatto Foxconn potrebbe quasi diventare “socia” di Apple nella produzione di iPhone spuntando dalla produzione delle successive evoluzioni, grandissime quantità di denaro. Da una parte trarrebbe profitti dall’assemblaggio del dispositivo, dall’altra guadagnerebbe come fornitore di una componente tanto costosa ed Apple sarebbe ben felice perchè l’alternativa sarebbe versare almeno una parte dello stesso denaro, con meno controllo, nelle casse di Samsung il che, come facile intuire, non è una prospettiva confortevole per Cupertino.
Ora resta da vedere se Foxconn riuscirà a capitalizzare queste prospettive. Alcuni osservatori hanno notato che le aziende Taiwanesi sono sempre state in difficoltà nel gestire i lavori a contratto e la produzione in proprio. Aziende con Asustek, Acer e HTC hanno smesso di lavorare per clienti occidentali per focalizzarsi sui loro brand. Secondo l’analista di Jefferies, Atul Goyal: «Foxconn non ha alcuna esperienza nel business di Sharp e crea ampi conflitti di interesse». In ogni caso l’acquisizione rientra perfettamente nelle strategie di Foxconn che sta cercando di diversificare il suo business, portandolo da un settore a basso margine a settori più economicamente interessanti.