Microsoft interviene nella questione cifratura smartphone ma lo fa in modo molto tiepido. Contrariamente ai commenti di Apple (con una lettera del CEO sul sito), di Google (che ci ha messo un po’ ma ha parlato del problema su Twitter) e altri, Microsoft si affida ai commenti del Reform Government Surveillance (RGS), un gruppo del quale fa parte come membro fondatore e che si occupa di promuovere una riforma delle leggi che regolano la sorveglianza dei cittadini, per rilasciare una dichiarazione.
Nella dichiarazione congiunta del gruppo si legge: “Rgs ritiene sia estremamente importante dissuadere terroristi e criminali dall’aiutare le autorità’ a rispondere a richieste legali di informazioni per mantenerci tutti al sicuro”, “‘non si dovrebbe però chiedere alle compagnie tecnologiche di costruire ‘backdoor’ per tecnologie che aiutano a mantenere le informazioni dei loro utenti al sicuro”. “Le compagnie aderenti a Rgs restano impegnate a fornire alle autorità l’aiuto del quale hanno bisogno proteggendo allo stesso tempo la sicurezza dei loro utenti e dei loro dati’.
Su Twitter il CEO della Casa di Redmond Satya Nadella si è limitato a retwittare quanto scritto da Brad Smith, chief legal officer di Microsoft che ha postato il link con la dichiarazione di sopra, aggiungendo che è “essenziale che vi sia ampia discussione pubblica su queste importanti questioni”.
Il fatto che Microsoft non abbia commentato per conto suo la vicenda, né offerto ad Apple il proprio supporto per la questione che vede la Mela contrapposta a un giudice che vuole obbligare l’azienda a fornire accesso a un iPhone, suona come una presa di posizione debole, il minimo sindacale, se non addirittura come una sorta di smarcamento della posizione più diretta a precisa, anche se un po’ ritrardata, di Google, per non dire di quella inequivocabile e quasi urlata di Apple.
Satya Nadella